Invalidi in Italia, ma operai in Svizzera: 4 indagati
Frontalieri con sussidio illegale. La guardia di finanza ha un elenco di nomi da controllare, provengono da una banca dati di Chiasso e sono di varesotti che non hanno detto la verità
La procura di Varese sta indagando su una lista di invalidi parziali, 25 persone, che la guardia di finanza ha ottenuto grazie a una collaborazione con le autorità svizzere. Non è un elenco di grandi evasori, ma di piccoli furbetti. Si tratta infatti di italiani che lavorano in Canton Ticino, ma che in Italia risultano invalidi al 75%, e per questo percepiscono un assegno di 275 euro al mese. Il sussidio italiano tuttavia è giustificato solo se il reddito dell’invalido non è superiore ai 4738 euro annui. Gli indagati – e questo è il punto – avrebbero invece guadagnato stipendi pieni, dichiarando oltretutto di non avere un lavoro, salvo poi avvalersi del contributo Inps.
I primi quattro soggetti controllati dalla gdf sono sospettati di aver falsificato la dichiarazione. Ora la guardia di finanza sta controllando uno per uno tutti i nominativi della "black list".
I CASI
Una donna di 28 anni è stata scoperta, a Luino, mentre tornava dalla Svizzera vestita con una tuta da benzinaia. Risulterebbe avere uno stipendio ed essere impiegata in una catena di rifornimento. Ovviamente avrebbe superato il limite del reddito italiano consentito in questi casi. La 28enne ha una invalidità parziale. I casi finora analizzati sono del tutto simili.
C’è quello di un operaio edile di 48 anni che ha una malattia infettiva e che prende l’assegno ma poi lavora a pieno ritmo in Svizzera, oppure una donna di 44 anni impiegata in un albergo e che dal 2011 risulta aver percepito il sussidio dopo un intervento chirurgico. O ancora un idraulico luinese che lavora a Camorino (Canton Ticino). Il pm Annalisa Palomba ha indagato le quattro persone per il 316 ter (indebita percezione di erogazioni dello stato) e la falsa dichiarazione all’Inps e alla Asl. Presto potrebbe richiedere il sequestro del denaro percepito in questi anni, per somme che vanno da 3mila a 28mila euro.
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