Il gioielliere svizzero legato e rapinato in casa
Approda dal gup la storia di un colpo a Magliaso (Ch). Il basista era un carrozziere di Cuveglio che aggiustava le auto d'epoca della vittima. Chiamò due pendolari del crimine da Napoli
Un carrozziere di Cuveglio e due rapinatori napoletani, pendolari transfrontalieri delle rapine, sono comparsi oggi davanti al gup di Varese, per un colpo che fruttò milioni di franchi, ai danni di un gioielliere svizzero di Magliaso, un comune elvetico a pochi chilometri dal confine (foto). Il 24 gennaio del 2009 i due rapinatori, arrivati in aereo dal capoluogo partenopeo, dopo aver soggiornato in una casa di Ispra che secondo un testimone il carrozziere “basista” aveva messo loro a disposizione, andarono a Magliaso e immobilizzarono l’orefice: gli rubarono orologi e denaro, e lo lasciarono legato a una sedia. I due entrarono con uno stratagemma: uno dei malviventi, il più anziano, suonò al campanello, e lo attirò fuori dal portone, urlando come fosse un vecchio amico “…ma ancora non mi riconosci?”. Il complice, più giovane, intervenne all’improvviso e lo acciuffò. La vittima venne legata a una sedia, dentro casa e gli fu strappato dal polso un orologio marca “Gerald Genta”, del valore stimato di ben 60mila euro. I due ladri asportarono altri 23 orologi, ciondoli e portachiavi, 3mila franchi e 4mila euro. Durante il crimine, i due malviventi fecero però anche una cosa buona: fuggirono, ma prima di andarsene presero il telefono della vittima e chiamarono un nome della rubrica, avvisando la persona che rispose alla chiamata, che l’orefice era legato in casa. Un particolare stupefacente, ma che si spiega forse con l’esperienza che i due malviventi avevano maturato nel ramo delle rapine: non volevano insomma che l’uomo potesse morire soffocato addossando loro un reato gravissimo. Due giorni dopo se ne tornarono in aereo a Napoli. Secondo le accuse, il basista di Cuveglio lavorava come carrozziere in Svizzera e aveva individuato la persona da colpire, poiché l’orefice svizzero era un collezionista e commetciante di auto d’epoca, e saltuariamente aveva aggiustato le sue automobili. L’indagine è nata da una fonte confidenziale, che ha riportato i racconti dei due rapinatori. I carabinieri hanno poi perquisito il carrozziere a Cuveglio e gli hanno trovato un orologio della stessa marca Gerald Genta. Sembra che gli orologi “dorati” fossero in predicato di essere smerciati a un orefice compiacente di Milano.
Questa è la storia dell’inchiesta del pm Massimo Politi che è stata radicata come giurisdizione in Italia perché la preparazione e il disegno criminoso, sono stati concepiti a Ispra. Ma gli imputati hanno avuto molti problemi. Un altro indagato è morto, uno dei rapinatori difeso dall’avvocato Vittorio Crosta di Varese ha avuto un ictus e va verificata la sua capacità di stare in giudizio, l’imputato difeso dall’avvocato Franchi di Varese chiederà il patteggiamento, e un quarto imputato andrà probabilmente a processo. L’udienza è stata rinviata.
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