Spiridonov falso console? Indagato il milionario russo
Il rifugiato politico dichiarò al comune di Viggiù di avere dei titoli diplomatici. Un altro guaio per il facoltoso imprenditore al centro di una vicenda internazionale
Il milionario venuto dal freddo fa ancora parlare di sé. Andrey Spiridonov, imprenditore russo vicino all’opposizione Anti-Putin, è stato indagato dalla procura di Varese per false attestazioni e falso. Nel 2009, quando prese casa a Viggiù, dichiarò al comunedi essere un console, e faceva parte del corpo diplomatico. In realtà, è solo molto facoltoso. Per questo la pm Annalisa Palomba gli ha notificato un avviso di conclusione indagini. Non è chiaro tuttavia perché l’imprenditore, arrestato nel 2011 a seguito di un mandato di cattura internazionale innescato da una richiesta di estradizione russa, ma poi riconosciuto dal nostro paese perseguitato politico, debba aver millantato un titolo diplomatico. «Non conosceva bene l’italiano – afferma il suo avvocato Andrea Boni – e non aveva alcun motivo per commettere un reato di falso, dato che ha buone disponibilità economiche e non aveva ambizioni politiche. Inoltre, è probabile che abbia frainteso alcune parole della nostra lingua. In passato aveva svolto come lavoro quello del funzionario di frontiera, e nel linguaggio diplomatico russo alcune funzioni si equivalgono. Per questo impiego, aveva seguito un corso di specializzazione legato proprio all’attività diplomatica».
Spiridonov, che ha sempre dichiarato di essere un perseguitato, in Italia ha avuto molti guai ma anche soddisfazioni.
Ha aperto una società a Varese che successivamente ha chiuso, ha acquistato una bella villa sul Lago Maggiore a Stresa e secondo alcune notizie di stampa apparse tempo fa, avrebbe investito in un albergo a Viareggio. Durante la sua permanenza ha però anche subito due aggressioni. La prima da due uomini che lo volevano rapinare a Viggiù, la seconda da due ucraini che lo raggiunsero in ufficio a Varese una sera per chiedergli dei soldi; tuttavia secondo la procura di Varese non ci fu una vera estorsione e la malaparata fu riclassificata nel reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Ci sarebbe anche un terzo guaio, un contrasto con la proprietaria della casa di Viggiù finita con denuncia, ma questa rientra più in una lite di condominio che non in un intrigo internazionale.
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