Un esposto in procura per il Relais alluvionato di Alexandra
Il documento, di 17 pagine, presentato in tribunale per chiarire responsabilità penali nel disastro del relais alluvionato nel luglio 2009, per cui Alexandra Bacchetta aveva sostenuto un mese di sciopero della fame
La Gestal Sas, società che gestisce la struttura del Relais Ca’ dei Santi di cui Alexandra Bacchetta è socia insieme alla madre Anne Marie, ha presentato nei giorni scorsi un esposto alla Procura della Repubblica di Varese: 17 pagine, presentate dall’avvocato Marina Curzio, sull’ipotesi di una serie di reati non solo ambientali per chiarire se vi siano responsabilità anche penali nel "disastro ambientale ed economico" del relais alluvionato nel luglio 2009.
La vicenda di Alexandra Bacchetta nei nostri articoli
«Non avrei mai voluto chiedervi di ascoltarmi per la terza volta in tre anni e se sono costretta a farlo è perché in questo lasso di tempo ho sperimentato sulla pelle mia e della mia famiglia un’ingiustizia senza fine – ha detto Alexandra Bacchetta per spiegare la convocazione dei media nel suo locale – Non fossero bastatati i devastanti effetti dell’alluvione, ho infatti scoperto che quel che è accaduto cinque anni fa non è frutto di un mero evento meteorologico, bensì il risultato di una serie di errori di valutazione (nella più civile e ottimistica delle ipotesi) che affonda le radici nella cronica sottovalutazione del rischio idrogeologico da parte di tutti: privati e istituzioni. Confidiamo che i magistrati della Procura dimostrino quel che per noi, ormai, è assai difficile ritenere: e cioè che in Italia le istituzioni funzionano e sanno porre rimedio a situazioni palesemente ingiuste».
Il Relais Ca’ dei Santi, che Alexandra Bacchetta gestisce con i suoi genitori, si trova a Varese in via Molini Trotti, a due passi da uno dei due rami del Fiume Olona, («sul quale dovrebbe sorvegliare innanzitutto l’Agenzia interregionale per il fiume Po ma non solo» precisa Alexandra) ed è nell’area di un vecchio mulino secentesco, edificio destinato alla macinatura che per funzionare aveva bisogno di acqua, procurata attraverso una derivazione del fiume, e dal 2007 è stato riadattato, con autorizzazioni che all’esame peritale sono risultate viziate da errori, ad albergo e a ristorante, cioè a un luogo aperto al pubblico. «Insomma, siamo tutti seduti in riva a un fiume, sopra la sua larga e profonda falda e sul letto di una roggia molinara che qualcuno dice dismessa e che, a nostre spese, risulta invece ancora attiva quando piove forte – spiega Bacchetta – Per dirla con una battuta siamo seduti sul cratere di un vulcano d’acqua che erutta quando cade pioggia in modo violento o insistente. Non è un caso che questo posto, negli ultimi cinque anni, si sia allagato tre volte senza che nessuno, e sottolineo nessuno, si sia mai preso la briga di metterlo in sicurezza».
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Questi allagamenti hanno causato alla Gestal Sas, che ha in affitto l’edificio, danni patrimoniali enormi, tali da dover costringere le socie (Alexandra e sua madre) a pensare alla liquidazione della società: dopo aver già perso la casa «in virtù d’una promessa di risarcimento da parte dello Stato che è rimasta tale e per far fronte ai costi di un periodo d’inattività forzata di oltre quattro mesi».
La Regione Lombardia nel settembre del 2012 contribuì con una somma di centomila euro per “scopi umanitari” (nella foto, Raffaele Cattaneo e Roberto Formigoni, "registi" dell’operazione), dopo i 34 giorni di sciopero della fame a cui si sottopose la Bacchetta: «Ringrazio ancora chi non mi ha lasciato sola. Quella cifra però vale un decimo del danno subìto nel 2009 ma molto, molto meno delle disastrose conseguenze economiche di quello stesso danno, che sono più che raddoppiate, nel bel mezzo di altri due allagamenti, anche di fronte al nostro tentativo di rimettere in piedi un’azienda per evitare che dieci famiglie rimanessero senza lavoro».
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Quelo che a questo punto i gestori del relais desiderano è la conferma ufficiale del fatto che la zona non è sicura né da un punto di vista idraulico, né da un punto di vista idrogeologico: «A smentire le rassicurazioni da sette anni propinate a noi ma non solo, dal proprietario dell’area, Gian Giacomo Medici di Marignano e dal suo amministratore, Emanuele Conti, sono infatti documenti ufficiali, perizie tecniche, dati di fatto e persino testimonianze dirette – continua Alexandra – L’ultima di tali verifiche proviene dallo stesso Comune di Varese, i cui tecnici poche settimane fa hanno svolto un sopralluogo nell’area del Relais, verificando l’inadeguatezza del sistema di smaltimento delle acque chiare e nere così com’è e richiedendo alla proprietà di provvedere a creare un sistema di pompaggio dell’acqua per evitare allagamenti del giardino e dello stesso edificio. Non sappiamo perché chi ha affittato il Relais Ca’ dei Santi, l’ha fatto – e continua a farlo – in spregio dei rischi che corre il proprio inquilino. Sappiamo però che questi rischi sarebbero stati prevedibili con i prescritti studi geologico, idrogeologico e idraulico, che tali studi non sono stati presentati, che nessun ente s’è curato di richiederli e che nessuna conseguente opera di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico è stata realizzata a difesa del Relais».
Galleria fotografica: Nel relais di Alexandra Bacchetta
Se l’area del Relais non è sicura, nessuno ha però pensato sin qui di chiuderla: «Neppure in considerazione del fatto che ospita un’attività aperta al pubblico e che vi abita una famiglia, in attesa che venga messa in sicurezza: noi non possiamo sostituirci a un sindaco o a un magistrato, né tanto meno al proprietario dell’immobile, perché non intendiamo offrire argomentazioni contrattuali a chi ha addirittura promosso contro di noi un’azione di sfratto (l’udienza è fissata nel 2015) proprio negli stessi giorni in cui veniva depositata dall’avvocato Curzio al Tribunale regionale delle Acque la perizia geologica sull’area del Relais».
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