Iametti: “Cardano deve rinascere, partiamo dai giovani”

Il 29enne già candidato nel 2012, si presenta alla guida di Cardano Rinasce per diventare sindaco il 25 maggio. "La città ha bisogno di rinascere dopo diciassette anni di errori e scempi"

Giacomo Iametti ci riprova. Il 29enne già candidato con una lista di centrodestra nel 2012, si presenta alla guida di Cardano Rinasce per diventare sindaco il 25 maggio. Cardanese da sempre, ha uno studio legale in centro città e negli ultimi due anni è stato all’opposizione in Consiglio comunale con Giovane Cardano. Rispetto a due anni fa nella coalizione c’è la Lega Nord in più e qualche esponente “storico” del centrodestra in meno.

Da dove nasce il nome “Cardano Rinasce”?
«Cardano ha bisogno di rinascere dopo diciassette anni di errori e scempi. Vogliamo far ripartire una città che manca di molti servizi e quelli che ci sono vanno migliorati. Pensiamo alle scuole che non vedono un intervento serio da anni».

E le risorse necessarie per fare tutto questo?
«Questo è il punto cruciale. Noi ovviamente non possiamo sapere quale sarà la vera situazione che ci troveremo in mano, ma abbiamo diverse idee. Prima di tutto vanno tagliati gli sprechi: è più importante la qualità che la quantità di spesa. Poi una volta insediati valuteremo caso per caso l’utilità o meno dei progetti in atto: laddove funzionano verranno confermati e se possibile potenziati, al contrario vedremo di capire come investire meglio quelle risorse.
Vogliamo bussare alla porta dagli enti sovracomunali, dalla Regione all’Unione europea, per trovare risorse per progetti di largo raggio».

Quali sono i punti principali del programma con cui vi presentate ai cardanesi?
«Il lavoro è fondamentale. Il Comune in questo può fare da collettore e garante di proposte di Regione o altri enti e portarli sul territorio. Stesso discorso per il sociale dove non intendiamo limitarci al puro assistenzialismo, ma creare proposte più ampie.
Vogliamo investire molto sulle giovani coppie e creare progetti di microcredito con il Comune che faccia da garante. Pensiamo a un’amministrazione che dia fiducia ai suoi cittadini, soprattutto ai giovani. Soprattutto a loro, ma non solo, pensiamo nel proporre spazi di coworking per favorire il raggruppamento di lavoratori che non hanno uno spazio loro. Cardano è in grande ritardo su questo fronte, mi fa sorridere che chi ha governato per 17 anni senza realizzarle ora proponga queste stesse cose.
Per l’ambiente, vogliamo creare una app per permettere ai cittadini di segnalare situazione problematiche. Nell’ottica di ampliare le possibilità per il cittadino di comunicare con la sua amministrazione, apriremo anche un numero verde».

Un punto sui cui ti sei battuto in Consiglio è stato quella della tassazione per i commercianti. Che cosa proponi?
«I commercianti devono sentirsi parte di un progetto, ma soprattutto devono essere ascoltati. La prima cosa che farò sarà convocarli tutti e capire le loro esigenze a partire dalla viabilità e dalla tassazione. In Consiglio avevo proposto di rateizzare il pagamento della Tares ma mi hanno detto che non era fattibile. In altri Comuni l’hanno fatto. Perché Cardano no? Se il commercio muore, muore la città. Per questo non intendo favorire l’arrivo della grande distribuzione nel nostro comune. Pensiamo invece all’occasione di Expo e alla possibilità di aprire temporary store».

Resta aperta a Cardano la questione della polizia locale…
«Non porteremo avanti la convenzione con Casorate, ma valuteremo cosa è possibile fare con i comuni limitrofi: ci tengo a sottolineare che il centrodestra proponeva il comando unificato con Gallarate già nel 2008…
Sulla vicenda autovelox, la gestione è stata profondamente sbagliata. I controlli devono essere deterrenti e repressivi, ma non vessatori. A me interessa prima di tutto la sicurezza, non solo in periferia ma anche in centro. Sicurezza vuol dire anche un sistema di piste ciclabili ben collegate non solo all’interno di Cardano, ma anche con quelle verso Gallarate e Samarate».

Nel futuro della “vostra” Cardano cosa ne sarà delle Scuole Pascoli?
«Le scuole Pascoli saranno la “casa della cultura di Cardano”. Pensiamo di sistemarle lotto per lotto per dare spazio alle tante associazioni cardanesi e di spostare li la biblioteca in modo da liberare spazio per gli uffici comunali. Li c’è già un centro anziani che vorremo potenziare creando anche un ristorante sociale. Oltre alla struttura sistemeremo via Liberazione per farne un piccolo parco vivibile».

In squadra con Iametti ci sono sedici cardanesi (molti i volti nuovi e qualche conferma), età media 45 anni. «Ci sono diversi professionisti, ma anche rappresentanti del mondo associativo – commenta Iametti -: tutti trascinatori nel loro campo».

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Pubblicato il 08 Maggio 2014
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