La scienza è per tutti, fidatevi
Maurizio Melis (Radio 24) spiega com'è nata l'idea del Festival "Storie di Scienza": "E' un cammino di conoscenza che riguarda tutti, e non un insieme di formule o concetti cristallizzati come, invece, ci viene presentata quasi sempre"
Come tante altre vicende, anche quella di Storie di Scienza deve molto al caso. La prima scintilla, infatti, scoccò intorno al 2006 da una chiacchierata in cucina, tra l’allora segretario dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti (UAAR) Luciano di Jenno, e il sottoscritto, al tempo aspirante giornalista scientifico.
Tale chiacchierata non sarebbe mai avvenuta se, per un breve periodo, non avessimo abitato a un piano di distanza nello stesso edificio. L’idea fu da subito di raccontare la scienza nel suo procedere: le conquiste, dunque, ma anche i dubbi, gli errori e le storie umane e personali dei suoi protagonisti, talvolta degne di un romanzo.
Ed ecco spiegato perché "Storie di Scienza": per sottolineare come la scienza sia un’opera collettiva in costante evoluzione; un cammino di conoscenza che riguarda tutti, e non un insieme di formule o concetti cristallizzati come, invece, ci viene presentata quasi sempre.
Torna a Varese il festival Storie di Scienza
Immediata fu l’adesione al progetto dell’ARCI Varese (che ospitava l’UAAR e venne a sapere dell’iniziativa) così come dell’ASVP, l’associazione studentesca di Varese. Furono queste tre associazioni a realizzare, insieme, un primo piccolo festival nel 2007, e un secondo, decisamente più corposo, nel 2009.
La storia della terza edizione è stata, per varie ragioni, molto lunga: la crisi, prima di tutto, che ha reso difficile trovare risorse per progetti di questo tipo, ma anche il desiderio di migliorare la formula e la decisione (non banale per chiunque abbia già un suo "marchio") di costituire una nuova associazione a cui affidare il festival, l’associazione "Storie di Scienza", cui ha aderito anche Legambiente Varese.
Storie di Scienza è un’associazione di secondo livello, senza fini di lucro, che ha organizzato il festival in regime di puro volontariato. Ma ora viene il capitolo più importante, quello ancora da scrivere. O meglio, quello che verrà scritto nelle prossime settimane. La penna, a questo punto, dalla mano degli organizzatori passa al pubblico di Varese, che stabilità il futuro del Festival partecipando numeroso, o al contrario disertando le sale. In passato sono successe entrambe le cose.
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