Nella Varese da salvare metto anche Villa Baragiola

Le contestazioni di oggi e quello che ci sarebbe da fare per chi ama davvero la città

La mia partecipazione da ultimo arrivato alla attuale sessione di “tiro all’Attilio”, promossa dall’assessore Clerici con l’abbattimento dei cipressi dei giardini estensi, è dovuta al fatto che qui in Appennino un amico mi ha messo in mano una copia del “Resto del Carlino” nella quale si critica pesantemente la giunta leghista per il degrado di Villa Baragiola, che fu sede del seminario di Masnago. Siamo finiti noi varesini nella rubrica – una pagina intera – dedicata alle devastazioni dei patrimoni artistici italiani. La pagina è pubblicata nell’edizione nazionale del quotidiano, come a dire che l’hanno letta in alcune regioni del Centro Nord. Era sindaco Fumagalli quando il Comune acquisì la storica villa più la “ manica” del seminario dedicata a camerate e aule per gli studenti, infine pure uno chalet elegante e funzionale immerso in un parco di decine di migliaia di mq. Fu un vero affare dal momento che nello stesso periodo di tempo, nella stessa zona e per un miliardo di meno, fu venduta una bella villa con 3 mila metri di parco. La Curia milanese voleva cedere l’ex seminario a privati che l’avrebbero destinato, se non erro, a una residenza per anziani, ma il Comune fece valere un diritto di prelazione del quale godeva. Probabilmente l’istruzione della pratica per la vendita non fu delle più accurate, lo dedussi da un confidenziale brontolio di don Pasquale Macchi. Ma ecco Il risultato della gestione dell’imponente complesso da parte del tandem Lega- Azzurri in tutti questi anni: nella “manica” c’ è uno dei pallidi assessorati comunali, la villa.,come documenta il “Carlino”, è davvero conciata male, invece nuovo cemento è arrivato nel parco perchè è stato dedicato spazio a un grande parcheggio poco utilizzato. Speriamo che oggi non si faccia il bis con Villa Mylius, tanto più che rispetto ai tempi di Fumagalli i Comuni sono alla canna del gas in fatto di disponibilità finanziarie. Un’ attenuante non da poco per il sindaco, ma a carico suo e dei compagni di viaggio restano gli ultimi errori che hanno innescato la piccola rivoluzione “borghese” e che andranno inevitabilmente nel bilancio complessivo, non entusiasmante, di decennali gestioni della città. Di norma si è sempre attribuita alla sola Lega la responsabilità del troppo lento cammino di Varese, invece non deve essere trascurato il ruolo degli alleati del Carroccio a Palazzo Estense. Ce lo hanno ricordato proprio le interpretazioni, chiamiamole così, dei giovani tenori della nostalgia. Che fanno sempre rimpiangere rappresentanti della Destra a Palazzo Estense ricchi di umanità, cultura e intelligenza come Luigi Bombaglio. Oggi contestare sindaco e giunta ha particolare senso se i rivoluzionari borghesi considerano la loro azione come ribellione alla Varese “ scarp del tennis “ che tutti paventiamo. E’ infatti utile ricordare sempre che la città degli anni ruggenti ha avuto, in tutti i partiti, professionisti di solida preparazione e di notevole amore civico. Gente cioè che ha voluto impegnarsi per il progresso della comunità. E ha costretto la politica a scelte responsabili.

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Pubblicato il 19 Agosto 2014
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