Case popolari, passa la mozione anti immigrati
Passa la proposta leghista con i voti della sola maggioranza con le opposizioni che abbandonando l’aula e commentano: “E’ già iniziata la campagna elettorale”. Ma concretamente cambierà ben poco
La residenza conta, la cittadinanza no. E’ da qui che è partita la richiesta della Lega Nord per modificare il regolamento regionale che organizza la concessione degli alloggi popolari in Lombardia. Si legge nella mozione che "tale assenza [la cittadinanza] è causa di squilibri che si traducono, sovente, nella creazione di ghetti e nella difficoltà di integrazione per coloro, che pur in possesso del requisito della residenza almeno quinquennale in regione, ancora non hanno avuto l’opportunità di inserirsi pienamente nel tessuto locale". Per questo motivo è nata la proposta: il rapporto fra assegnatari con cittadinanza di uno degli stati membri dell’Unione europea ed assegnatari con cittadinanza di uno stato non membro dell’Unione europea non superi, per ciascun singolo bando, di oltre il dieci per cento quello esistente.
Un testo che è stato duramente criticato dalle opposizioni. «Rimango stupito ed esterrefatto -ha commentato Walter Picco Bellazzi (PD)- nel vedere la maggioranza che rivendica la sua cristianità solo in alcune occasioni: si è cristiani nel momento in cui si fanno le cose, non a seconda della convenienza politica». A stretto giro la risposta di Max Rogora (Lega): «Gesù Cristo era solo uno, qui parliamo di migliaia di persone». La discussione è andata avanti a lungo culminando nell’abbandono della sala da parte delle minoranze (nella foto a destra), gesto che perà non è riuscito a far mancare il numero legale. Il testo è stato dunque approvato con il voto compatto della maggioranza (unico astenuto il presidente Diego Cornacchia).
Cosa cambia ora? Praticamente nulla. La materia è di competenza regionale e quindi il testo approvato dal Consiglio Comunale di Busto sarà iniviato al governatore Roberto Maroni. Dovrà essere il Consiglio Regionale, eventualmente, a farlo proprio. Proprio per questo motivo, prima di rientrare ai propri posti, le minoranze hanno commentato ironicamente: «è forse già iniziata la campagna elettorale?»
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