Split payment e il “gioco” dell’Iva

La Legge di Stabilità 2015 introduce un meccanismo di “lotta all’evasione” che rischia, però, di mettere in ginocchio le piccole imprese che lavorano onestamente

«L’ampliamento delle ipotesi di applicazione del “reverse charge” (l’Iva viene pagata da chi riceve la fattura e non da chi la emette) e l’introduzione dello “split payment” (se la fattura è emessa nei confronti di enti pubblici l’Iva è pagata dall’ente pubblico stesso), quali strumenti di lotta all’evasione dell’Iva, presentano un conto difficilmente sostenibile per le imprese e per i loro consorzi. Si rischia di far precipitare la situazione finanziaria, già precaria, di coloro che operano nel settore dell’impiantistica, dell’edilizia, dei servizi di pulizia, nonché della grande distribuzione alimentare e quelle che lavorano stabilmente con enti pubblici», dichiara Confartigianato Imprese.

Confartigianato ha rimarcato la propria posizione, già espressa a metà gennaio, proprio pochi giorni fa a Roma durante un incontro con il direttore della Direzione Centrale Normativa dell’Agenzia delle Entrate Annibale Dodero. Tra gli argomenti di carattere fiscale che impattano sulle imprese, Confartigianato ha sottolineato nuovamente all’Agenzia l’importanza di affrontare i problemi che lo split payment solleva nei confronti dei Piccoli.

Dal primo gennaio 2015, infatti, gli imprenditori si troveranno a dover fare i conti con un meccanismo applicabile alle cessioni e alle prestazioni effettuate nei confronti dello Stato e degli Enti Pubblici. In parole semplici, il fornitore emetterà una regolare fattura ma si vedrà pagare solo l’imponibile. Infatti sarà lo Stato stesso, o l’Ente Pubblico, a versare direttamente all’Erario l’Iva. Ciò che potrebbe accadere si può spiegare così: lo Stato deve dare dei soldi che poi il contribuente gli deve restituire; con lo split payment lo Stato evita il giro di denaro e sposta – solo contabilmente – l’imposta da una amministrazione ad un’altra.

«Ancora una volta per colpire pochi evasori si colpiscono e si penalizzano tutte le altre imprese che si comportano onestamente e correttamente», prosegue Davide Galli presidente di Confartigianato Imprese Varese (in foto a sinistra). Ricordiamo, infatti, che il meccanismo che fa funzionare l’Iva è delicato: un imprenditore incassa l’Imposta sul Valore Aggiunto dai propri clienti e la paga ai propri fornitori e alla fine versa all’Erario la differenza tra l’Iva incassata e quella pagata. Con lo split payment tutto si blocca, perché da una parte l’Iva non viene incassata dal proprio cliente (lo Stato o un altro Ente Pubblico) e dall’altra la si continua a pagare ai propri fornitori. «Il “gioco dell’Iva” è pericoloso, perché le imprese che lavorano esclusivamente con la Pubblica Amministrazione non incasseranno alcuna Iva ma continueranno a pagarla ai loro fornitori».

«Mentre Governo e Parlamento sono impegnati a evitare che si accumulino ulteriori crediti nei confronti della PA, i nuovi istituti aumentano in modo preoccupante l’ammontare dei crediti Iva. La richiesta di Confartigianato è quella di accelerare i tempi dei rimborsi per quelle imprese che applicano il reverse charge e lo split payment – chiude il presidente Galli – eliminando, contemporaneamente, tutti gli ostacoli burocratici che ancora intralciano il pieno utilizzo in compensazione dei crediti Iva».

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Pubblicato il 29 Gennaio 2015
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