Gay e sposato con un italiano, respinto alla frontiera
La denuncia viene dall'Arcigay e dal deputato Pd Alessandro Zan: il 26enne, pur sposato secondo la legge in vigore in Brasile, sarebbe stato espulso alla frontiera aeroportuale. A suo carico però c'era anche una precedente espulsione nel 2013
È gay, sposato all’estero con un italiano, ma viene respinto alla frontiera, perchè l’unione non esisterebbe. L’episodio è avvenuto alla dogana di Malpensa, riguarda un 26enne brasiliano, unitosi pochi giorni fa in matrimonio all’estero con un cittadino italiano di 24 anni e a denunciarlo è l’Arcigay, spalleggiata dal deputato Pd Alessandro Zan.
L’episodio – è bene precisarlo – è ancora in corso di verifica da parte delle autorità di Polizia: la Questura di Varese sta accertando la procedura svolta dalla Polizia di Frontiera di Malpensa e, per ora, non rilascia dichiarazioni, in attesa di chiarire le cause dell’inamissibilità del passeggero. Resta la denuncia dell’Arcigay, che fornisce appunto alcuni dettagli della vicenda, a partire dalle due persone coinvolte: il 26enne brasiliano e il cittadino italiano di 24 anni che si sono sposati dieci giorni fa in Brasile (dove le unioni tra persone dello stesso sesso sono state autorizzate per via giudiziaria nel 2013). Secondo l’Arcigay e l’onorevole Zan, il 26enne brasiliano è stato "respinto alla frontiera poiché l’unione matrimoniale non sarebbe trascritta nei registri di stato civile e dunque del tutto inesistente". Alcuni siti gay riportano però anche che il 26enne era già stato colpito da decreto di espulsione nel 2013 (l’espulsione comporta il divieto di ingresso in Italia per 5-10 anni, a seconda dei casi).
«Ciò che sta avvenendo a Malpensa è assolutamente inammissibile e le autorità dovranno spiegare questo trattamento del tutto irragionevole e non degno di un Paese civile» commenta Zan, deputato Pd. «Si sta di fatto separando con la forza due persone che si amano e si sono unite in matrimonio e, come ha più volte affermato la giurisprudenza della Consulta e la stessa Cassazione, hanno il diritto inviolabile di vivere liberamente la propria condizione di coppia, senza limitazioni e discriminazioni da parte dei pubblici poteri. Un fatto – prosegue il parlamentare PD – per cui interpellerò il ministro dell’Interno e il ministro degli Esteri, affinché riferiscano al più presto in Parlamento sulla vicenda».
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