Rani Pushpa è cittadina italiana. Il sindaco non partecipa alla cerimonia

Il primo cittadino Mazzucchelli ha delegato un consigliere comunale dopo la decisione del Prefetto. Il sindaco si era rifiutato di dare la cittadinanza perché la donna non sapeva parlare italiano

rani pushpa

Alla fine ce l’ha fatta: Rani Pushpa, donna di 59 anni di origine indiana ha ottenuto la cittadinanza italiana. La cerimonia è avvenuta in municipio a Cairate lunedì 9 marzo alle 13.30, ma a officiare il rito non è stato il sincaco Paolo Mazzucchelli, bensì il consigliere comunale Andrea Di Salvo. Questo perchè il primo cittadino, dopo essersi rifiutato di dare la cittadinanza alla signora Rani perchè non era in grado di recitare la formula in un corretto italiano, ha dovuto rispettare quanto deciso dal Prefetto di Varese. Secondo il Prefetto, infatti,  Mazzucchelli non aveva potere discrezionale, in quanto era già stata ottenuta l’autorizzazione del Ministero.

In municipio, oltre alla signora Rani, erano presenti anche il marito e i figli della donna. Tutti accompagnati dall’avvocato Stefania Gioffrè, a cui la famiglia Pushpa si era rivolta dopo il diniego del sindaco Mazzucchelli.
La cerimonia si è svolta nell’ufficio anagrafe in forma privata, alla presenza del consigliere Di Salvo e dei funzionari comunali. Il sindaco Mazzucchelli è rimasto nel suo ufficio, arrivando solo alla fine della cerimonia per complimentarsi ironicamente con l’avvocato Giuffrè.

«Non ho officiato la cerimonia perchè voglio essere coerente con la mia posizione – spiega Mazzucchelli -. Questa donna non sa parlare italiano e non ritengo quindi che sia integrabile nella nostra comunità. Il Prefetto ha deciso che può giurare nelle mani di un altro consigliere comunale, rispetto questa decisione, ma per me quanto accaduto oggi è l’esempio di come in questo paese non si voglia una vera integrazione. Non si dica che lo faccio per ideologia perchè questa mattina ho dato un’altra cittadinanza senza problemi, con la persona interessata che sapeva parlare italiano. Nel caso della signora Pushpa hanno invece cercato il caso mediato, probabilmente ben consigliati dai loro avvocati. Adesso hanno ottenuto quello che volevano, ma personalmente spero che, ora, si possa aprire un dibattito sereno e concreto su che tipo di integrazione vogliamo nel nostro paese».

Al termine della cerimonia nessun membro della famiglia Pushpa ha voluto rilasciare dichiarazioni. Solo il marito della donna ha detto che «mia moglie ne ha già passate tante. Non si sente bene adesso e siamo solo contenti di tutto sia finito».
L’avvocato Gioffrè ha aggiunto: «Finalmente è stato fatto quello che era giusto fare per una donna che vive va più di un decennio in Italia. Sinceramente ci siamo rimasti un po’ male che il sindaco non abbia voluto partecipare a una cerimonia per un membro della sua comunità, ma è stata una sua decisione, anche se non è un bel messaggio. A noi interessa che tutto si sia svolto regolarmente. Ora la signora è una cittadina italiana».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 09 Marzo 2015
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