Ripartono le ricerche della torpediniera Locusta

La nave da guerra affondata a causa di un fortunale nel 1896 al centro di una nuova spedizione di ricerche

laveno mombello

Quasi 120 anni fa, era la notte dell’otto gennaio 1896, la Torpediniera T19 “Locusta”, battello incrociatore in acciaio di venti metri, con 12 membri di equipaggio (8 militari della Regia Marina e 4 militari della Regia Guardia di Finanza) veniva sorpresa da un fortunale mentre pattugliava il confine svizzero del lago Maggiore e veniva inghiottita dalle acque senza lasciare la benché minima traccia di superstiti o relitti.

La “sparizione” delle Locusta e dei suoi 12 militari rimane ancora oggi avvolta dal mistero nonostante numerosi tentativi di ricerca che si sono succeduti in oltre un secolo.

Le ultime ricerche, nel 1975 e nel 2006 in occasione del 110° anniversario del naufragio, non hanno avuto alcun esito.

L’Autorità di Bacino Lacuale dei Laghi Maggiore, Comabbio, Monate e Varese, che ha sede a Laveno Mombello e che rappresenta tutti i comuni della Provincia di Varese che affacciano sui rispettivi laghi, ha posto in essere, a margine della propria attività istituzionale, una nuova campagna di ricerca che prenderà il via il giorno 23 aprile prossimo.

L’attività di specie ha incontrato la completa disponibilità della Guardia di Finanza che, con il Reparto Operativo Aeronavale di Como, collaborerà pienamente per la riuscita delle operazioni.

Unitamente alla Sezione Nautica della Polizia Provinciale l’Autorità di Bacino ha preso contatti con colui che attualmente rappresenta lo “stato dell’arte” delle ricerche di relitti: l’Ing. Guido Gay, conosciutissimo a livello internazionale da decenni per le sue invenzioni tecnologiche avanzate per l’esplorazione marina, l’ing. Guido Gay si è reso disponibile a questa sfida e proprio il giorno 23 aprile inizierà il suo lavoro partendo dalla prossimità del confine svizzero del Lago Maggiore, dove fu avvistata l’ultima volta la Torpediniera “Locusta” quella tragica notte del 1896.

L’Autorità di Bacino coordinerà l’attività e organizzerà il supporto logistico necessario, provvedendo anche ad emanare apposita Ordinanza di cauta navigazione per quel tratto di lago per tutto il periodo necessario alle ricerche che – comunque – termineranno il 28 aprile.

Le speranze di giungere al ritrovamento della Locusta sono questa volta molto più consistenti poiché la tecnologia dell’ing. Guido Gay permette una scansione del fondale operando dalla superficie del lago con conseguente immersione del robot munito di telecamera solo dopo l’individuazione del relitto: tale tecnologia ha permesso, nel 2012, l’individuazione del relitto della Corrazzata “Roma” affondata lungo la costa sarda nel 1943.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Aprile 2015
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