Coldiretti a Expo per il test fra formaggi “veri e falsi”

Venerdì è stata la giornata del latte. «Significativo il piano per l’export annunciato dal Governo che prevede azioni di contrasto all'italian sounding»

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A Expo venerdì è stata la Giornata del latte per difendere il valore e la storia di una produzione nazionale che, anche nella provincia prealpina, vede nel comparto lattiero caseario una grande risorsa. «I formaggi della penisola vittima dei ‘falsi’ nel mondo non si contano e, in particolare negli Stati Uniti, il 99 per cento dei formaggi di tipo italiano sono “tarocchi” nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie più note»: è quanto emerge dalla studio presentato dalla Coldiretti in occasione del primo cheese test tra falso e vero Made in Italy al Padiglione della Coldiretti nella Giornata ufficiale del latte promosso da Expo 2015 e dal Ministero delle Politiche Agricole.

C’era una nutrita delegazione di allevatori della provincia prealpinaq oggi a Expo, insieme al presidente e al direttore della federazione interprovinciale Fernando Fiori e Francesco Renzoni. Con loro, agricoltori e allevatori provenienti dalle diverse regioni italiane e guidati dal presidente nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo.

La produzione di imitazioni dei formaggi italiani nel 2014 ha raggiunto negli Usa il quantitativo record di quasi 2228 milioni di chili, con una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni, tanto da aver superato la stessa produzione di formaggi americani come Cheddar, Colby, Monterrey e Jack che è risultata nello stesso anno pari a 2040 milioni di kg.

Se gli Stati Uniti sono i “leader” della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo e nei Paesi emergenti, dove spesso il falso è arrivato prima delle produzioni originali. A preoccupare sono anche le recenti tendenze in Russia dove l’embargo che ha colpito le produzioni casearie europee ha provocato un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati. Nei primi quattro mesi del 2015 la produzione russa di formaggio ha registrato infatti un sorprendente +30 per cento. Ma i falsi arrivano anche da molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile.

«In questo contesto è particolarmente significativo il piano per l’export annunciato dal Governo che prevede per la prima volta azioni di contrasto all’italian sounding che trova nei formaggi la maggiore espressione a livello internazionale, tra tutti i prodotti agroalimentari Made in Italy – a affermato il presidente della Coldiretti Moncalvo -. Occorre però anche cogliere l’occasione della trattativa sull’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) che è un appuntamento determinante anche per tutelare le produzioni agro-alimentari italiane dalla contraffazione alimentare e del cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding molto diffuso in Usa che rappresenta il primo mercato di falsificazione dei formaggi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Maggio 2015
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