Fornace, via libera alla media distribuzione alimentare

Il consiglio comunale approva la richiesta del curatore fallimentare: nel rilancio del centro commerciale potranno insediarsi negozi fino a 2.500 metri quadri

Fornace, chiudono altri negozi (inserita in galleria)

Nel rilancio del centro commerciale Fornace potrà insediarsi la media distribuzione alimentare, ovvero negozi che arrivino fino a 2.500 metri quadri (contro i 600 inizialmente previsti).

L’approvazione è arrivata dal consiglio comunale dopo un anno decisamente travagliato per la vicenda. La richiesta era stata presentata dal curatore fallimentare, basandola sulle disposizioni di legge. Il consiglio comunale, nonostante il parere favorevole dei tecnici comunali, aveva bocciato la richiesta nel 2014, provocando così il ricorso al Tar presentato dal curatore fallimentare.

Questo accadeva circa un anno fa. Nei giorni scorsi, lo stesso consiglio comunale, dopo aver raccolto diversi pareri legali, ha approvato una delibera in autotutela che sospende la decisione di un anno fa. Non hanno partecipato al voto Franco Accordino dell’opposizione, e i consiglieri di maggioranza Umberto De Rosa, Rolando Codato e Christian Calabrese.

La decisione presa in autotutela consente così al curatore fallimentare del centro di procedere nella stesura del progetto di rilancio della struttura. Non si sa ancora se verrà sospeso il ricorso al Tar presentato, con tanto di richiesta di risarcimento danni per i ritardi accumulati.

«È stata accettata l’osservazione presentata dalla fornace, come si erano espressi i tecnici comunali – spiega il sindaco Laura Cavalotti -. A questo punto come previsto dalla normativa si potranno insediare attività di media distribuzione alimentare, liberalizzata nel 2010 e che doveva essere già stata recepita dalla passata amministrazione».

Ora la Fornace, tramite una sanatoria regionale, è stata definita “centro commerciale” per le attività svolte fino al 2013. Per il futuro dovrà sottostare, nel progetto di rilancio, a tutte le procedure previste dalla Regione, compresa la conferenza dei servizi.

«Posso dire solo che quel centro farà i conti con le leggi di mercato – commenta il sindaco Laura Cavalotti -. Quello che noi abbiamo fatto era solo far rispettare quando previsto dalla legge. Per noi è la chiusura di una parentesi. È una proprietà privata su cui il comune non poteva intervenire. Non si sarebbe potuto bloccare e basta, anche se è nato male ed è stato pensato peggio. Anche da punto di vista urbanistico non ha niente a che vedere con la città, ma ormai è lì e lo dovranno gestire i proprietari. Chi ci accusa di aver voluto  la grande distribuzione sappia che abbiamo solo fatto rispettare la legge».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 17 Giugno 2015
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Qualsiasi cosa pur di non trovarsi con un colosso di cemento abbandonato.
    Anche un bordello, così togliamo le prostitute dai nostri boschi.

    Che la Fornace sia di monito ai Tradatesi e alle future generazioni su quello che non si deve fare. Scempio urbanistico condito ma manie megalomani.

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