Peculato, la Cassazione assolve Nino Caianiello
L'esponente politico, all'epoca dell'inchiesta, era a capo di Amsc ed era stato accusato di aver usato il telefonino aziendale per chiamate private. La sentenza arriva dopo 6 anni perchè il fatto non sussiste
La sesta sezione della Corte di Cassazione ha assolto Nino Caianiello dall’accusa di peculato riferita all’uso del telefonino aziendale di Amsc (azienda privata a capitale interamente pubblico del comune di Gallarate) per telefonate di tipo privato, un procedimento nato da una costola dell’inchiesta della Procura di Busto Arsizio sull’urbanistica gallaratese. Le telefonate contestate riguardano il periodo 2007-2009 e, secondo l’accusa, erano di tipo prettamente privato e quindi avrebbero procurato un danno economico all’azienda a capitale pubblico per circa 1000 euro.
Caianiello, che in quel periodo era presidente dell’azienda e guida politica provinciale dell’allora Popolo delle Libertà, venne condannato dal tribunale bustocco ad un anno e 4 mesi. La condanna venne confermata in appello mentre la Cassazione ha annullato la condanna perchè “il fatto non sussiste”. Il legale di Caianiello, di ritorno da Roma, ha commentato la sentenza: «Caianiello e il sottoscritto hanno atteso questo momento per troppo tempo, finalmente viene confermato quanto abbiamo sempre sostenuto».
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