Colpito da un infarto, ciclista rianimato da un passante
Il soccorritore ha praticato un massaggio cardiaco esterno in attesa dei soccorsi che sono arrivati poco dopo. Garzena (118): «Saper fare queste manovre è importante per restituire a una vita normale chi è colpito da infarto»
Gli angeli esistono? Per l’uomo che ieri a Castiglione Olona è stato soccorso da un passante, dopo aver avuto un infarto, sì. Era da poco passata la una del pomeriggio quando un uomo che stava percorrendo una salita in bicicletta è caduto a terra colpito da un arresto cardiaco.
Un’altra persona che si trovava a passare di lì, accorgendosi della gravità del caso, gli ha praticato con prontezza un massaggio cardiaco esterno, un intervento che ha salvato la vita al ciclista perché ha gli permesso di sopravvivere fino all’arrivo dei soccorritori del 118 che hanno applicato il defibrillatore semiautomatico e al rianimatori di ripristinare l’attività cardiaca e continuare le cure avanzate, il tutto nel giro 20 minuti.
LA TESTIMONIANZA
Matteo Bilato, un ragazzo di Varese, passava di lì in quel momento: «Ero dietro al ciclista e l’ho visto cadere sulla strada – racconta. Sono sceso e gli ho tenuto la testa. Pensavo avesse avuto un malore per il caldo – continua – perché erano le dodici e un quarto, e faceva molto caldo, inoltre eravamo sulla salita nei pressi della fabbrica Mazzucchelli e aveva fatto uno sforzo. Mi ha detto che era di Venegono e che all’improvviso si era sentito mancare. Qualche secondo dopo, ha perso conoscenza tra le mie braccia. Si sono fermate diverse persone, tra cui un uomo che gli ha praticato il massaggio cardiaco mentre io e altre quattro persone gli tenevamo la testa e le gambe. E’ stata una fortuna, perché l’uomo che ha effettuato la manovra ha detto di essere della Croce Rossa, anche se nella concitazione non so dire se si trattasse di un paramedico o di un volontario. Quello che vorrei sottolineare – conclude – è che tante persone si sono date da fare e c’è stata una bella collaborazione».
«E’ importante sottolineare – spiega Guido Garzena primario del 118 di Varese – che casi come questo, sempre più frequenti: maggiore è il numero delle persone in grado di mettere in pratica manovre come questa e maggiori sono le possibilità di restituire ad una vita normale chi si trova in situazioni come quella descritta».
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