Catalano contro la Regione, scontro sulla classificazione dell’inceneritore
Il deputato bustocco sostiene che il Governo non ritiene l'inceneritore di Busto tra quelli strategici ma dalla Regione ribadiscono che la documentazione con la riclassificazione è stata mandata a Roma nei giorni scorsi
Fermi tutti, l’inceneritore Accam, per il governo, non è strategico e non è classificato come R1. Lo sostiene il deputato bustocco Ivan Catalano sul suo blog questa mattina partendo dalla risposta del Governo ad una sua interrogazione in commissione ambiente territorio e lavori pubblici, in merito all’impianto e alla procedura di decommissioning che territorio e Regione stanno faticosamente cercando di avviare, alla luce dei contenuti dello Sblocca Italia che accentra a Roma la politica dello smaltimento dei rifiuti. Il deputato, a questo punto si chiede anche se qualcuno stia mentendo (a Busto Arsizio o a Palazzo Lombardia). Ecco cosa scrive Catalano:
Il Governo risponde che non risulta nessun cambio di classificazione. Risulta un impianto classificato come D10 e elencato come impianto esistente e non strategico, in rispetto dell’ordine del giorno approvato alla camera. Risponde inoltre che il de-commissioning di un impinanto è sotto la responsabilità della Regione Lombardia come da articolo 196 del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006. Qui trovate il testo completo
Ma le cose stanno davvero così? O, semplicemente, i tecnici di Roma non hanno fornito, a chi ha risposto al deputato, i documenti inviati da Regione Lombardia che ha già riqualificato l’impianto come R1? Secondo i tecnici dell’Assessorato all’Ambiente di Regione Lombardia, infatti, la documentazione sulla riclassificazione (annunciata lo scorso 29 settembre in conferenza dei servizi, ndr) è stata inviata a Roma nei giorni scorsi.
Anche se nella risposta del Governo a Catalano non appare, dunque, la documentazione che attesta la riclassificazione esiste e – come più volte ribadito da Regione Lombardia – è stata fornita rispondendo ad un obbligo di legge imposto proprio dal decreto Sblocca Italia. Non a caso, infatti, i Comuni soci di Accam hanno proposto lo spegnimento anticipato dell’impianto ad inizio 2016, prima cioè che il Governo emani i decreti attuativi nei quali l’impianto di Borsano potrebbe essere definito come strategico per lo smaltimento dei rifiuti provenienti da altre parti d’Italia.
Regione Lombardia, infatti, ha comunicato al Governo che l’impianto può bruciare fino a 93 mila tonnellate annue di rifiuti e che attualmente ne brucia 90 mila lasciando aperta la porta ad almeno 3 mila tonnellate di rifiuti all’anno che potranno provenire da altri territori. Anche per questo il presidente di Accam, Emilio Cremona ha chiesto ai comuni soci che conferiscono i rifiuti presso altri impianti di portarli a Busto, in modo da saturare la potenzialità dell’impianto e renderlo non più strategico per il governo. Qui trovate la risposta completa del Governo al deputato bustocco.
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