“Prima di costruire con il Masterplan, ci dicano delle aree svuotate da Malpensa”

Il nuovo piano presentato da Sea riduce ma non cancella l'espansione per la logistica. Ma intorno all'aeroporto ci sono migliaia di metri quadri da recuperare, ricorda il sindaco di Lonate Danilo Rivolta

aree delocalizzate 2015 case abbattute

«Bene la riduzione delle aree di espansione, ma prima ci dicano cosa intendono fare delle aree delocalizzate». A parlare è Danilo Rivolta, sindaco di Lonate Pozzolo, l’unico Comune toccato direttamente (inteso: dal punto di vista territoriale) dal progetto di potenziamento infrastrutturale di Malpensa. Le linee guida per il progetto sono state presentate lunedì da Sea (vedi qui): molte novità, a cominciare dalla rinuncia alla terza pista nei prossimi 15 anni, ma anche la conferma di una più limitata espansione del sedime aeroportuale verso Sud.

«Dal punto di vista procedurale, non posso che essere favorevole al nuovo metodo indicato: con il coinvolgimento anche delle Università hanno colmato i buchi che abbiamo sempre fatto notare. Faremo anche una valutazione ambientale, sono felice poi che ci sia anche una VIS, la Valutazione Sanitaria che avevamo inserito anche nel nostro programma elettorale».

danilo rivolta sindaco lonate pozzolo

Se sul piano procedurale il sindaco di Lonate apre a Sea, diversa è la valutazione nel merito. Lonate Pozzolo è oggi l’unico Comune toccato dal punto di vista territoriale, con l’ipotesi di ampliamento a Sud dello scalo (anche con deviazione della strada provinciale, la SP14). «Hanno ridotto l’area destinata al cargo, è vero. Ma qualunque sia la superficie, 60-90-120 ettari, è sempre un problema per Lonate, piccola o grande che sia l’area» spiega Rivolta. La questione non è legata solo al consumo di suolo in aree oggi a verde (prevalentemente a bosco): preoccupa anche l’effetto indiretto sulla possibilità di riutilizzo delle aree oggi divenute dismesse per effetto dell’aeroporto, vale a dire le cosiddette “aree delocalizzate”.

«Può anche andare l’espansione, ma prima ci dicano cosa ci fanno con le aree delocalizzate, che sono conseguenza di un ampliamento aeroportuale e anzi direi conseguenza di una fase dell’aeroporto che si è già chiusa, quella degli anni Duemila. Abbiamo perso 1000 persone, sono state spese risorse per acquisire le aree: e ora? Da questo punto di vista qualche spunto nel MasterPlan me lo sarei aspettato, anche perché Sea partecipa anche al tavolo dell’accordo-quadro in Regione».

Pochi giorni fa sul tema il presidente del Consiglio Regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo ha ventilato qualche imminente iniziativa da parte della giunta regionale , ma ad oggi il quadro è ancora fermo: le aree sono acquisite, molte demolizioni sono state compiute, ma manca l’idea di come procedere per riqualificare aree oggi occupate da centinaia di palazzine e villette abbandonate.
Tornando al MasterPlan, il sindaco di Lonate Rivolta solleva infine l’ultimo quesito: Sea prevede di edificare per il cargo 60-90 ettari fuori dall’attuale sedime. Ma le restanti aree demaniali, quelle parte dei 330 ettari indicati nel MasterPlan ritirato nel 2014? «Non si capisce che vincoli ci siano su quelle aree, almeno non hanno dato informazioni specifiche. Se edificassero oggi 60 ettari ma recintassero come area aeroportuale tutti i 330 ettari, sarebbe una questione da affrontare».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 12 Novembre 2015
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