Dalla matita a Instagram: un mondo dietro a un ricamo

Lontana l'idea dei "vecchi merletti", dietro ai ricami di oggi c'è studio, ricerca e innovazione. L'esperienza del Ricamificio Lusi

Economia generiche

Dai dettagli, che impreziosiscono gli abiti delle spose, ai braccialetti alla moda. Non è un caso che per indicare il mondo del ricamo si usi la parola “arte”. E come per realizzare un’opera, non basta un buon disegno e nemmeno l’utilizzo di materie prime di grande qualità. Occorrono talento, ispirazione, visione a volte molto più di tutto questo. A Cardano al Campo gli artisti del ricamo hanno trovato casa nel cuore del distretto industriale del tessile, una piccola industria, avviata nel 1964 da Luciana e Silvio Tubaldo, come Ricamificio Tubaldo e trasformata nel 1982 in Lusi, dall’acronimo dei nomi dei due fondatori, oggi gestita dalla seconda generazione della famiglia fondatrice. Un luogo dove convivono più di cinquant’anni di esperienza e una ricerca continua di progresso e innovazione.

Come tutte le imprese del tessile, anche questa realtà si è trovata a fare i conti con le difficoltà e i cambiamenti del mercato: una concorrenza più agguerrita, veloci mutamenti e nuovi gusti dei consumatori. Ma ha reagito con coraggio e ha dimostrato grande flessibilità. «Abbiamo capito che fare concorrenza alle imprese dei paesi emergenti non era la scelta migliore, anzi ci avrebbe spazzato via – rivela Anna Chiara Tubaldo che oggi dirige l’azienda al fianco dei suoi due fratelli: Alberto e Andrea -. Abbiamo deciso invece di andare controcorrente, specializzandoci in quelle che sono da sempre le caratteristiche del prodotto “Made in Italy” e questo ha funzionato».

I settori di riferimento dell’azienda sono diversi: alta moda, pret a porter, sposa, lingerie e arredamento, spaziando dalle grandi firme italiane a realtà estere classiche ed emergenti. Ma non ha intenzione di fermarsi nel cercare nuove sfide lanciate quotidianamente dal mercato. Non sempre la strategia di costo è fattibile, recitano i manuali, a volte è preferibile concentrarsi sulla qualità, sul prodotto. Certo, nell’era dell’economia globalizzata e della concorrenza imprevedibile, non è sempre così semplice individuare la via da seguire ma non è questo il caso: «Abbiamo avviato una costante attività di ricerca sul prodotto, cercando di proiettarci sempre nel futuro» prosegue Tubaldo. Il fatto di lavorare in un ambito produttivo “tradizionale” non deve trarre in inganno: «L’attività di ricerca e innovazione è un aspetto fondamentale: è intesa come attenzione alle frontiere del settore, quindi alla scelta di nuovi materiali, allo studio dei disegni, delle punteggiature, di idee moderne e uniche. C’è, nella nostra azienda, un’attività continua di studio e di prova di quanto di nuovo si può realizzare».

All’interno del ricamificio di Cardano lavorano circa venticinque collaboratori: «Una parte del personale si occupa del lato tecnico, un’altra della parte creativa. Alcuni stimoli arrivano direttamente dalle case di moda con cui lavoriamo. Insomma è un luogo dove non ci si annoia». C’è soddisfazione nelle parole di questa imprenditrice ma anche la consapevolezza che non tutto è semplice e automatico. Il passaggio generazionale, ad esempio, è un momento delicato e non sono poche le realtà che non trovano con la nuova gestione l’alchimia che aveva generato il successo del passato. In questo caso, è stata fatta una scelta saggia e la “polvere”, che spesso fa passare senza pietà da “classiche” a “superate” alcune produzioni, non ha avuto nemmeno il tempo di depositarsi sui manufatti Lusi: «Era palese che per resistere alle nuove condizioni del mercato dovevamo cambiare. Il punto era: come? Insieme ai miei fratelli ci siamo riuniti e abbiamo chiesto un supporto manageriale all’Unione degli industriali della provincia di Varese e alla sua società di servizi: la Spi (Servizi & Promozioni Industriali). Il consulente che ci ha affiancato, ci ha chiesto innanzi tutto di conoscere l’azienda. E stata avviata una vera e propria indagine con i dipendenti per capire come vedersi nel futuro ma anche conoscere le attitudini e le competenze. È stata un’attività molto stimolante, di formazione e crescita. Sono state intraprese scelte anche impegnative ma che alla fine hanno dato una svolta e ci hanno portato sulla strada giusta. Abbiamo appreso altri modi di lavorare e capito la ricchezza di far collaborare chi è alle prime armi con chi ha una solida esperienza. E credo che abbia premiato proprio la capacità di affiancare ai lavoratori “storici” che sono i nostri maestri, dei collaboratori più giovani e che hanno portato aria fresca in azienda. Infatti, l’azienda si è affacciata maggiormente al mondo digital, modernizzando il sito internet e entrando a far parte di alcune piattaforme web maggiormente conosciute come social network. La squadra è affiatata e il nostro personale è il vero patrimonio dell’impresa. Oggi guardiamo al futuro con più serenità. Mettersi in gioco è dura ma è necessario».

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Febbraio 2016
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