“Io lo amavo, lui mi pestava”

A due metri di distanza dal suo ex, in tribunale, una ragazza ha raccontato le vessazioni a cui era sottoposta

Giornata contro la violenza sulle donne 2015 Varese

Come sia possibile entrare in una spirale di violenza con un uomo che dice di amarti, lo racconta con semplicità una donna di 28 anni che oggi in tribunale ha testimoniato a un processo per maltrattamenti contro il suo ex: “Sembrava avere due diverse personalità – ha spiegato al giudice Orazio Muscato – a volte era dolce e attento, ma altre era cattivo, ossessivo e mi picchiava di continuo e senza motivo”.

Il diavolo e l’acqua santa, una storia come tante, ma non per questo meno tragica. La ragazza parla senza reticenze. Lui è al banco degli imputati, lei davanti al giudice. E’ di Besozzo e racconta che sono stati insieme intorno al 2011. Lei aveva già un bambino di 3 anni: è nata un’amicizia, poi una relazione.

Lui è della Costa D’Avorio e oggi ha 26 anni. Vive con i genitori e un giorno in auto le fa una scenata di gelosia: la prende per i capelli, dice che vuole appartarsi in un bosco. La fa scendere, cerca di investirla, mentre il bimbo è nel seggiolino del sedile dietro. Lo placa, lo porta dai genitori del compagno. Cercano di difenderla, ma non ci riescono: “Mi ha picchiato per ore – racconta – con calci e pugni, fino a che sono riuscita a prendere il bambino e scappare, anche perchè dovevo comunque tornare al lavoro”.

Una sera le spacca una mano a furia di calci: “Non dissi niente a nessuno – racconta – chiesi a mio padre di portarmi in ospedale, poi dissi una bugia su cosa mi ero fatta”. A volte lui era un tenero compagno, ma bastava poco per adirarlo. “Era geloso di un nostro amico, mi passava l’accendino caldo sul corpo per farmi male e intanto mi prendeva a sberle”. La relazione per fortuna si è interrotta. A un certo punto lei, che si trovava come ipnotizzata in questa relazione violenta, lo ha denunciato. Ed è tutto finito. Ora sta bene e può raccontare cosa le sia accaduto. Altre donne non hanno potuto fare altrettanto.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 04 Febbraio 2016
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