“Licenziamento” legittimo per l’ex direttore della Seprio Servizi

Sentenza del tribunale del lavoro dopo il ricorso presentato dall'ex direttore Stefano Moroni: "Non poteva essere assunto, il Comune nel 2011 non rispettò il patto di stabilità"

vito pipolo stefano moroni seprio servizi

Venne “licenziato” da direttore della Seprio Servizi perché quell’assunzione a progetto fu illegittima. A deciderlo è il giudice del tribunale del lavoro di Varese, dopo il ricorso presentato dallo stesso ex direttore Stefano Moroni. Tutto risale al 2012, quando nel gennaio di quell’anno Moroni venne assunto dalla allora amministrazione Candiani come direttore generale della società partecipata al 100 per 100 dal comune. (nella foto: a destra Stefano Moroni)

Nel 2011, però, il comune aveva sforato il patto di stabilità e tra i vincoli imposti per legge vi era anche il divieto delle assunzioni. La nuova amministrazione Cavalotti, subentrata a giugno del 2012, ha provveduto a effettuare una “risoluzione anticipata” di quel contratto, basandosi su una ispezione del Ministero (giunta in Municipio a marzo del 2012 e che definiva illegittima proprio il contratto del direttore) e su un parere della Corte dei Conti chiesto proprio dalla nuova amministrazione comunale.

Moroni, successivamente, fece ricorso, chiedendo i danni al Comune e, dopo 19 udienze, arrivando a chiedere che gli venisse riconosciuto il mancato stipendio dei due anni previsti dal contratto. In questi giorni è arrivata la sentenza definitiva del Giudice del Lavoro che dà ragione al comune in quanto «L’assunzione non poteva essere fatta per lo sforamento del patto di stabilità del 2011, per una violazione di norma, e risulta affetto da nullità». Le spese legali sono state compensate tra le parti in causa.

«Tutto è nato perché a luglio del 2012 mi son trovata di fronte a dover sostituire un farmacista – spiega il primo cittadino -. Ho dovuto chiedere alla Corte dei Conti, considerando la necessità del servizio, ma ci hanno detto che l’assunzione sarebbe stata assolutamente illegittima. Non abbiamo quindi potuto assumere la farmacista e questo ci ha portato a non effettuare più il servizio della domenica mattina. Abbiamo quindi applicato la stessa regola anche per Moroni, con una risoluzione anticipata del contratto per giusta causa. E ora il giudice del lavoro ci ha dato ragione. Se l’avessimo tenuto in servizio, non osservando il parere del Ministero e della Corte dei Conti, ne avrebbe risposto il Comune per danno erariale».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 24 Febbraio 2016
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Pasticcio leghista.

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