“Fontana è al crepuscolo, noi manifesteremo ancora”
Il movimento civico Varese 2.0 risponde con una affollata conferenza stampa alla querelle sul parcheggio della Prima Cappella
“Abbiamo pagato un prezzo molto duro per esserci ribellati al volere dell’amministrazione – afferma Daniele Zanzi, candidato alle elezioni con il movimento civico Varese 2.0 – io sono stato trascinato in tribunale mentre la nostra lotta è stata calunniata dal sindaco. Fontana nei giorni scorsi ha affermato che abbiamo estorto ai cittadini 5mila firme contro il parcheggio alla Prima cappella. Tutto questo, solo perchè abbiamo urlato in piazza che il “il re è nudo”“.
Il movimento civico Varese 2.0 risponde con una affollata conferenza stampa alle affermazioni del sindaco Attilio Fontana: “Hanno estorto 5mila firme ai cittadini raccontando bugie”. Nella sede di Corso Matteotti, al chiostro di Sant’Antonino, c’è anche Davide Galimberti, il candidato sindaco sostenuto da Varese 2.0: “La giunta comunale aveva l’occasione storica di mandare in soffitta il progetto del parcheggio dopo l’interdittiva antimafia – spiega – invece ha solo lasciato la situazione in sospeso. Vuole dire che quel parcheggio non è stato cancellato e che c’è ancora il rischio che possa essere realizzato, perché rimane tra i progetti di questa maggioranza”.

Varese 2.0 ha deciso di organizzare una nuova manifestazione contro il silos da 91 posti alla prima Cappella: si svolgerà dalle 14 alle 16 di sabato prossimo, se invece il tempo sarà inclemente si terrà il sabato successivo. Lo affermano esponenti del comitati come Zanzi, Cesare Chiericati, Alessandro Ceccoli, Laura Caruso.
Daniele Zanzi é polemico soprattutto con Attilio Fontana. “E’ nervoso perchè è al crepuscolo. Questa giunta è come in un bunker, in attesa della sconfitta – afferma – Fontana ci ha chiamato falsi, ci ha insultato, ci ha denunciato. Ha cercato di far stare zitto chi dissentiva. La verità sul parcheggio è che gli ha dato fastidio che tanti cittadini lo sbugiardassero, che in tanti dicessero che realizzare quello scempio era un errore. Avrebbero potuto dire che avevano sbagliato e chiedere scusa. Invece stanno solo cercano delle scuse, per non ammettere che qualcuno aveva ragione”.
Sulla decisione di non decidere, Zanzi è caustico: “Disseminare la città di merde per farle pestare dai successori è una pessima politica, ma questo è solo il declino di chi ha capito che sta per andarsene. Mandiamoli tutti a casa”.
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