Paolo Rindi, forse una scivolata fatale
I soccorritori hanno ritrovato il giovane varesino sul fondo di una gola. L'ipotesi è che sia precipitato dopo aver perso l'equilibrio
Un piede messo male, un sasso scivoloso, una incespicata per via di un ostacolo non visto: secondo i soccorritori che hanno ritrovato il corpo di Paolo Rindi, potrebbe essere stata una caduta accidentale a causare la morte del ventenne varesino nei boschi della Valgrande.
L’ipotesi arriva dagli uomini del Soccorso Alpino Speleologico Piemontese (SAPS) che proprio questa mattina – mercoledì 2 marzo – avevano ripreso le ricerche di Rindi, in collaborazione con le guardie forestali e provinciali, i finanzieri e i vigili del fuoco.
I soccorritori hanno prima ritrovato lo zaino dell’escursionista varesino (i documenti custoditi all’interno hanno permesso l’identificazione ndr), poi si sono imbattuti nella salma che giaceva sul fondo di una gola scavata dalle acque del Rio Pogallo.
Sul corpo di Rindi – sempre secondo gli uomini del SASP Valdossola – c’erano segni di traumi e contusioni dovuti probabilmente a una scivolata che ha fatto precipitare il giovane in quel punto scosceso.
Paolo stava percorrendo un vecchio sentiero non segnalato, che parte nei pressi dell’abitato di Cicogna – piccola frazione del comune di Cossogno posizionata nel cuore del parco della Valgrande – e che conduce al bivacco Alpe Curgei, posto a quota 1.350 metri.
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