La signora delle multe

Una storia vissuta di come funziona il sistema delle multe, e del suo pagamento nel vicino Canton Ticino

Italia Mondo generiche

Sono stato a Lugano per un appuntamento di lavoro questa settimana e ho preso una contravvenzione per mancato pagamento di sosta auto e ho così riscoperto quanto siano determinati gli svizzeri.

Arrivato nei pressi del mio appuntamento in centro ho trovato parcheggio proprio nella via dove si trova lo stabile in cui dovevo recarmi. Che fortuna ho pensato ignaro. Sceso dall’auto, ho cercato di capire (non ci sono né strisce gialle né azzurre come da noi) che tipo di parcheggio fosse.

Il cartello all’inizio della via indicava parcheggio a pagamento per massimo un’ora e mezza. Sul marciapiedi una macchinetta per pagare. Tre fasce orarie: 30 minuti, 60, 90 da 1, 2 o 3 franchi svizzeri rispettivamente. Niente carte, niente pagamenti smart.

Allora sono stato all’ufficio di cambio della stessa via a comprare le monete. Il signor Gigi mi ha detto di stare molto attento perché “hanno assunto una persona che inizia al mattino e fa il giro. Non le scappa niente”. Tranquillo ho pagato il massimo possibile e sono andato contento di aver trovato semplicemente e comodamente il modo di parcheggiare.

Il mio collega mi ha confermato che sì in effetti anche lui ha preso una multa perché il controllo non lascia scampo. Curioso, gli ho chiesto cosa significasse. Mi ha raccontato che la persona che controlla si segna tutte le targhe e se alla fine del tempo regolare si mettono altri soldi per estendere oltre il massimo consentito la sosta, come se fosse un nuovo parcheggio, verifica che in effetti l’auto sia stata spostata.

“Come fanno a saperlo?” gli ho chiesto.

“Semplice fa un segno con il gesso sulle gomme e sul marciapiede corrispondente. Se il segno è rimasto allo stesso posto allora significa che l’auto non è mai stata spostata. E arriva la multa anche se hai pagato” mi ha detto..

Avvisato di tanta caparbietà, mi sono immerso nel lavoro non dimenticando di controllare di non andare oltre i 90 minuti di parcheggio. Ma il lavoro era molto più importante della potenziale multa (e in fondo speravo che il sistema non fosse veramente così perfetto) e volendo portare a casa il risultato dell’incontro che si protraeva oltre il previsto, ho deciso di sforare di 15 minuti.

Come ormai avrete ben intuito, ho trovato il regolare foglietto di contravvenzione sul parabrezza. Mi sono sentito un po’ “imbecille” per aver voluto sfidare gli svizzeri a casa loro, ma mi sono consolato pensando che 40 franchi (38 euro) non erano poi la fine del mondo.

Girato l’angolo vedo il controllore che sta scrivendo altre multe. Mi fermo con la speranza di convincerlo a togliermi la multa. Figuratevi! L’alta signora con cappellino rosso d’ordinanza, lungo pastrano verde e stivali simil-militari di pelle neri, da dietro i suoi occhialetti da vista e sopra il suo naso appuntito mi sorride dicendomi soltanto: “Vuole conciliare?”.

Ha la faccia scolpita con l’accetta di un montanaro e gli occhi azzurro gelo.

Diventato piccino piccino, le dico come un pulcino: “Si grazie” almeno non perderò tempo alla posta o chissà dove, magari dimenticandomi e finendo per dover sborsare anche di più per il ritardo. Poi la domanda che non t’aspetti.

“Ha altre multe in sospeso?”

Panico. Non credo di averne ma mi sembra di ricordare che, se per caso mi sbagliassi e ne avessi, potrei rischiare di dover pagare centinaia di franchi per interessi e ritardi oppure vedermi sequestrata l’auto fino a quando non pago.

Rispondo con finta sicurezza: “No. Tutto a posto”.

Controlla sul suo computerino portatile nel database cercando per nome e per targa. Secondi di suspense. Tutto a posto, per davvero. Meno male. Offro allora 50 euro.

“Deve pagare in franchi. Là c’è l’ufficio cambio. Le guardo io l’auto” dice in modo piano e organizzativo.

Grazie tante penso io. Quando torno. Mi conforta – deve avere fatto qualche corso di psicologia stradale – dicendo che ho pagato il minimo e che se avessi tardato ancora 15 minuti sarebbero stati 80 franchi e poi 200 e a crescere per ogni ora di sosta non pagata in più.

Ottiene l’effetto desiderato. Salgo in auto con la minima soddisfazione di aver pagato solo 43 franchi per un incontro di lavoro importante ma soprattutto di aver ben interiorizzato la lezione.

La saluto dicendole: “Non è che gli svizzeri siano più corretti, civili e rispettosi della legge. E’ solo che avete un sistema di conseguenze che rendono molto gravoso non rispettarle”.

Un sistema veloce, pratico, senza vie d’uscita. La signora delle multe di Lugano mi guarda e salutandomi con un sorriso chiosa orgogliosa: “Oggi mi sono già pagata due volte lo stipendio”.

Sono le 13:00.

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Pubblicato il 25 Marzo 2016
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Commenti

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  1. simone1964
    Scritto da simone1964

    Questo spiega perché in Italia fanno tutti quello che vogliono,e fuori no.
    Basterebbe copiare e magari tante cose si sistemerebbero da sole(ad esempio qanti soldi non incassa lo stato italiano dalle multe comminate agli stranieri?).

  2. Avatar
    Scritto da lenny54

    L’argomento si commenta da solo. Da noi le multe sono una barzelletta. Ricordate i due milioni e passa di euro di ticket del PS di Varese mai riscossi?

  3. Avatar
    Scritto da Felice

    Leggo molta IPOCRISIA.
    Qui verrebbe picchiata e lasciata a terra in mezzo alla indifferenza generale.
    Probabilmente chi si trova d’accordo con questo rigore svizzero a casa sua in Italia cambierebbe immediatamente idea accusando il comune di fare cassa sulle spalle dei cittadini già vessati dalla crisi.
    Gli italiani gli educhi solo a bastonate.

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