Quanti anni ha il tuo treno?
L'età del materiale rotabile incide molto sulla qualità del servizio. In Lombardia l'età media è di 21,4 anni ma ci sono treni che hanno più di 30 anni. Lo dice il rapporto Pendolaria di Legambiente
“L’analisi dell’età media dei treni in Italia è fondamentale per capire la situazione che vivono ogni giorno i pendolari e per sapere dove intervenire in modo da rendere più competitivo il servizio, per avere treni più moderni e confortevoli, veloci in modo da rispondere alla nuova e crescente domanda di mobilità delle aree urbane”.
E’ quanto si legge nel rapporto Pendolaria 2015 di Legambiente, che ha effettuato un’analisi dell’età media del materiale rotabile regione per regione.
In Italia sono circa 3.300 i treni in servizio sulle reti regionali e l’età media dei convogli in circolazione è di 18,6 anni, con notevoli differenze da regione a regione.
Nella classifica nazionale, la nostra regione si piazza al 5° posto, con un’età media per treno di 21,4 anni. Dei 448 treni in circolazione in Lombardia il 77,2% ha più di 20 anni.
Prima in assoluto per vetustà dei suoi treni la Regione Abruzzo, con un’età media per treno di 28,3 anni e l’84,7% di treni che ha più di 20 anni.
Al 21° posto di questa classifica, con i treni più nuovi, la provincia autonoma di Bolzano con un’età media di 12,3 anni e nessuno dei 59 treni in circolazione con più di 20 anni.
“In Lombardia l’età media dei treni è alta: circa 22 anni – spiega il rapporto Pendolaria 2015 – Se si considerano i revamping, cioè gli interventi di ristrutturazione generale, l’età scende a 7,5 anni di media, ma questo non è sufficiente vista la grande quantità di pendolari di questa regione, perché inevitabilmente l’usura dei convogli incide sulla qualità del servizio”.
Sono in particolare alcune linee a soffrirne di più, come la Milano-Lecco dove i convogli sono decisamente obsoleti, con una punta di 45 anni di età nel caso del Pr 1969.
E sulla Milano-Sondrio-Tirano non va meglio con i Dp (doppio piano) e gli Md (media distanza) del 1985, che ormai hanno compiuto la bellezza dei trent’anni di esercizio, macinando migliaia e miglia di chilometri.
I pendolari si ritrovano quindi a fare i conti con carrozze e vagoni non più adeguati ai tempi, spesso privi di impianti di condizionamento, e con rotture e guasti frequenti.
“Gli investimenti necessari per avere un servizio di livello europeo devono prevedere l’acquisto di quasi 1.300 treni – conclude Legambiente – prefissando degli obiettivi chiari e che sono nell’interesse generale, oltre che dei pendolari: un rinnovamento del parco rotabile in circolazione sostituendo i treni con più di 20 anni di età e il potenziamento dell’offerta nelle tratte più frequentate delle aree metropolitane. Per arrivare a questi risultati è fondamentale una regia nazionale in grado di indirizzare in modo uniforme le politiche in tema di mobilità e trasporti, ma è altrettanto necessaria la partecipazione delle Regioni”.
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