Sala piena per lo studio sugli effetti dell’inceneritore ma mancano i ricercatori

Costerà 100 mila euro e servirà a capire gli effetti di 40 anni di incenerimento sulla salute delle persone. Farioli e i comitati: "Noi andremo avanti"

sala consiglio comunale busto arsizio

Quattro relatori su sei non si sono presentati alla serata dedicata allo studio degli effetti sulla salute dell’inceneritore Accam che si è svolta venerdì sera nella sala consiliare di Palazzo Gilardoni a Busto Arsizio: «Mi hanno assicurato la loro presenza fino a ieri (giovedì) – spiega ad una sala consiliare piena il sindaco Farioli – ma per motivazioni personali non hanno potuto prendere parte alla serata». Una coincidenza di motivazioni personali che non ha convinto parte dei presenti.

La loro assenza non ha, comunque, scalfito la volontà dei comitati contro l’inceneritore  e degli amministratori di eseguire un approfondito studio dopo 40 anni di incenerimento di rifiuti nei forni dell’impianto di Borsano.

Oltre ad Oreste Magni dell’Ecoistituto della Valle del Ticino, tra i principali promotori della serata, era presente il medico Marco Caldiroli di Medicina Democratica che ha spiegato i vari modelli di studio che possono essere eseguiti con un costo stimato di circa 100 mila euro. Al tavolo dei relatori anche il dottor Leonardo Salvemini dell’Università di Milano ed ex-assessore alla Salute di regione Lombardia nella giunta Formigoni.

Molti i politici presenti, numerosi gli esponenti del Movimento 5 Stelle dalla consigliera regionale Paola Macchi a diversi attivisti dei vari gruppi locali pentastellati. Tra il pubblico anche la senatrice Laura Bignami (Movimento X), i consiglieri comunali Pd Valerio Mariani e Angelo Verga, Alberto Rossi di Manifattura Cittadina e alcuni sindaci e assessori dei comuni che fanno parte del consorzio Accam.

Durante la serata è emerso anche che negli anni sono stati fatti diversi studi sulle ricadute dei fumi sul territorio anche per capire l’incidenza di alcuni sarcomi nella popolazione maschile. Si è sempre trattato di studi specifici che non sono mai stati messi a rete e che non hanno mai portato ad una relazione complessiva sulle possibili relazioni tra alcune malattie e le concentrazioni di inquinanti derivanti dalla combustione.

Il sindaco Farioli ha concluso la serata annunciando che il prossimo passo dovrà farlo la politica e, in particolare le amministrazioni locali a partire da quella di Busto Arsizio che si incaricherà di scrivere alla Regione per sottolineare come la volontà del territorio di approfondire le possibili ricadute sulla salute sia un’esigenza unitaria di tutti i cittadini che per anni hanno subito le emissioni dell’ impianto.

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Marzo 2016
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