Moscatelli rimane in carcere, ma è giallo sulle coltellate
Il giudice conferma l'accusa di tentato omicidio. Mistero su quanto accaduto dopo la rissa, i due soci hanno dato versioni contrastanti

Il sanguinoso accoltellamento di Orino è ancora tutto da chiarire e la posizione di Marco Moscatelli rimane quella di un accusato di tentato omicidio. Non sarebbe quindi solo una rissa a mano armata. Il giudice delle indagini preliminari, dopo l’interrogatorio di garanzia, ha disposto la custodia in carcere per Marco Moscatelli, 40 anni, il presidente della Pro Loco di Orino accusato di tentato omicidio, per l’accoltellamento di lunedì scorso del socio G. R.
Ascoltato oggi dal gip Giovanni Chionna, nel carcere dei Miogni di Varese, Moscatelli ha tuttavia confermato la versione data ai carabinieri e riferita al suo avvocato Jacopo Maioli. L’uomo afferma di essere stato aggredito dal socio con un cacciavite, a Orino, e che solo successivamente avrebbe afferrato un taglierino colpendolo alla gola. E ha ribadio di aver soccorso il rivale e di averlo portato in ospedale.
DUE VERSIONI INCONCILIABILI
La versione che però G.R. ha riferito ai carabinieri è assolutamente opposta. L’uomo afferma che lui e Moscatelli hanno da circa una settimana una serie di incontri con il commercialista per questioni societarie. Giunti a una fase di stallo, lunedì scorso si sono visti e hanno litigato prendendosi a pugni in ufficio. Moscatelli lo avrebbe accoltellato alla gola con un taglierino, mentre G.R. avrebbe reagito con un cacciavite trovato per terra e afferrato dopo che nella zuffa si erano rovesciati di versi mobili. A quel punto, Moscatelli lo avrebbe caricato in auto per portarlo all’ospedale di Cittiglio. Qui viene il brutto: G.R. accusa il presidente della pro Loco di aver ritardato l’arrivo a Cittiglio, forse per paura di un arresto, di essersi fermato e averlo colpito nuovamente alla gola con il taglierino. (G.R. ha persino telefonato alla nostra redazione per raccontare questa stessa versione dei fatti).
MOSCATELLI NEGA
L’avvocato di Moscatelli, Jacopo Maioli, riferisce invece che durante l’interrogatorio di garanzia in carcere, giovedì mattina, il presidente della Pro Loco ha negato fermamente di aver colpito G.R in auto.
Insomma, chi ha ragione? I carabinieri e il pm Sara Arduini stanno vagliando tutte le ipotesi. Il giallo è intricato, ma gli inquirenti starebbero cercando tracce di sangue lungo la strada tra Orino e Cittiglio, visionando le telecamere per capire chi abbia detto la verità. E intanto, il vulcanico creatore del marchio Valdimatt rimane ai Miogni.
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