“Impossibile”. Orino incredula per le manette al papà della Valdimatt

Pubblicitario, imprenditore e attivo nel mondo dell’associazionismo locale: il paese sbigottito per l’arresto di Marco Moscatelli, famoso in valle per aver dato vita ad un marchio diffusissimo

orino 26 aprile 2016

Abbiamo cercato, in paese, qualcuno che potesse aspettarsi quanto avvenuto nel pomeriggio di ieri, 25 aprile, a Orino, dove due uomini hanno litigato violentemente: uno è in un letto di ospedale, l’altro in carcere.

Per Marco Moscatelli, oggi arrestato con l’accusa di tentato omicidio, prima della presunzione di innocenza vale, qui a Orino, la presunzione di non cattiveria. Perché in paese tutti, dal primo all’ultimo residente, conoscono Moscatelli.

E per tutti “il Mosca” sarà anche stato quello scavezzacollo che ama moto e macchine fin da tenera età, un po’ casinista, e “foeu de co”, fuori di testa, come si dice. Ma cattivo no, nessuno lo crede. Neppure questa mattina dove in piazza fra un carro di legna e le scale del circolino tutti si fermano a scambiarsi quattro parole dopo il bianco delle 11.

Moscatelli da qualche anno a questa parte, fra alti e bassi aveva rimesso in piedi un’associazione, la Proloco, che dava qualche possibilità agli anziani di passare ore insieme a giocare a carte e per un certo periodo anche per mangiarsi un piatto di spaghetti e bersi un bicchiere di vino in compagnia, in un posto dove c’è poco per chi non può muoversi se non col bastone.

Però molti impegni incombevano nella vita di questo piccolo imprenditore: qualche anno fa l’apertura di uno dei primi grow shop della provincia: prodotti per l’agricoltura e la coltivazione anche indoor, e semi di cannabis “da collezione”: e lo spiegava a tutti che non andavano piantati perché altrimenti sarebbe diventato un reato. Sull’impiego della canapa per scopi alimentari e industriali era stata imbastita e con un certo successo la passata stagione di eventi della Proloco: il culmine si ebbe con la festa della semina dove persino i bambini parteciparono con la posa a terra dei semini di cannabis sativa, da cui è possibile trarre fibre per fare qualunque cosa dalle magliette alla farina per le pizze “a impasto canapa” divenute una moda da queste parti.

Poi l’apertura di un nuovo negozio a Varese e di un punto vendita a Luino, in via Cavallotti, che però non gestiva direttamente e una nuova attività col socio, vittima ieri dei fendenti al collo.
In sottofondo l’attività con l’agenzia pubblicitaria Bdog che ha sede nella casa dove secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine è avvenuto il fatto di sangue. Siamo nella zona sud del paese, a qualche centinaio di metri dalla provinciale che porta verso Caldana.

Da qui fino a pochi giorni fa Marco ha gestito i suoi affari: spesso lo si incrociava in auto o in sella alla moto per andare di corsa ad aprire il negozio di semi: aveva collegato il campanello col telefono cellulare, e arrivava in negozio in tre minuti quando il cliente suonava. Una vita di corsa: per questo si presentava dimissionario all’assemblea della Proloco in programma il prossimo 6 maggio.

orino 26 aprile 2016

Ma oltre a questi impegni il vero motivo della fama di Marco Moscatelli è un marchio, la Valdimatt. Anni fa in molti, nei paesi vicini, hanno incominciato ad attaccare sulle auto adesivi con questa scritta: Valdimatt, diventata una clip video e un modo di essere, tanto che anche su felpe e cappellini questo marchio è diffusissimo, virale.

Dietro a tutto questo c’era l’instancabile ed eclettica figura del “Mosca”.
I rapporti con l’amministrazione comunale non sono buoni: dissapori, incomprensioni, qualche post su Facebook di troppo, ma il sindaco del paese Cesare Moia non ha dubbi: «MI spiace tantissimo, davvero. Non so spiegarmi come sia accaduto, qui da noi non sono mai successi fatti di tale gravità».

Un ritornello che in paese si percepisce ad ogni occhiata e ad ogni discorso che oggi incomincia con una sola parola: impossibile.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Aprile 2016
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