Davies combina guai. Wright e Wayns danno tutto

Il pivot sparisce nella serata più importante, ma Moretti lo preferisce a Campani. Ancora ottima la prova dei due esterni americani. Kuksiks con le polveri bagnate

Finale Fiba Europe Cup Openjobmetis - Skyliners Fraport 62-66

DAVIES 4,5 (IL PEGGIORE) – La pantera improvvisamente sbocciata nell’ultimo mese torna gattino nella serata più importante della sua carriera e delle ultime stagioni di Varese. Tre miseri punti, un paio di dormite gravi a rimbalzo, quel fallo su Theodore che era l’ultima cosa da fare: un rosario di errori che pesano sulla sconfitta di Varese più di ogni altra cosa. Eppure nel corso della gara, pur non segnando, aveva fatto cose buone in difesa (sull’uomo e con una stoppata galattica) e in attacco (un paio di assist strepitosi). Poi il buio nella testa e nelle mani (nella foto di M. Ozbot).

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WAYNS 7 – Maledetto quel quarto fallo che lo ha tolto di mezzo per diversi minuti, quando Francoforte ha preso la rincorsa per il sorpasso. Fino a lì era stato forse il migliore, confermando la crescita sul piano della produzione e della responsabilità vista nell’ultimo periodo. Ci ha provato davvero “fino alla fine”, come cantano i tifosi, e a nostro avviso si è riabilitato del tutto dopo quei mesi passati a far crescere i dubbi su di sé.

CAVALIERO 6 – Poco da dire: svolge bene il suo ruolo di cambio dei piccoli, si trova abbastanza a proprio agio in una partita sporca, dura, spigolosa. 4 assist e 4 rimbalzi: buon contorno anche se gli è mancato qualcosa a livello di piatto forte, e cioè la fase realizzativa (3 punti, 1/6 al tiro).

WRIGHT 7 (IL MIGLIORE) – Il piccolo grande uomo avrebbe una caviglia fuori posto (o comunque non al 100% ma per uno che lotta con la sclerosi multipla questo non può essere un impedimento. Gioca a fare (bene) il direttore d’orchestra ma capisce che spesso deve essere lui il solista; nel mezzo prende anche qualche stecca, ma avercene di giocatori e di uomini del genere. Fossimo i padroni del vapore, gli faremmo firmare un contratto questa sera.

CAMPANI 6,5 – In molti sono convinti che con Luca in campo al posto di Davies negli ultimi 5-6 minuti, ora staremmo tutti festeggiando una coppa internazionale. La controprova ovviamente non c’è, ma forse il lungo italiano avrebbe meritato qualcosa di più dei 17′ trascorsi sul parquet, anche alla luce della splendida partita di semifinale. Leggerino se paragonato ai tonnellaggi teutonici, Campani ha comunque fatto valere le sue capacità: 6 punti e 4 rimbalzi, bel bottino in relazione ai minuti.

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Wright si piega ma non si spezza

KANGUR 6,5 – Solita sapienza applicata alla pallacanestro, con una sola puntualizzazione: a giocare d’astuzia con gli arbitri, qualche volta può andare male. Kristjan è stato furbo in più occasioni ma ha pagato a caro prezzo un blocco in movimento in un momento cruciale della partita: fischio contro di lui, possesso perso da Varese e canestro pesante dei tedeschi. Certe volte bisogna sapersi fermare. Detto questo però, l’estone dà l’ennesima dimostrazione di quanto sia bravo a stare in campo e a farsi valere contro qualunque avversario.

FERRERO 6 – A questo livello può dare solo minuti da operaio specializzato, lui che nelle partite del mercoledì è spesso diventato protagonista inatteso. Sta in campo nel modo più efficace che conosce, impegnandosi al 110%, e in questo modo si ritaglia minuti di presenza più che onorevole sul parquet.

KUKSIKS 5,5 – Se valutiamo le aspettative, Rihards andrebbe bocciato nettamente. Il suo modo di stare in campo però ci fa propendere per una quasi assoluzione: capisce di non avere la mano fatata di altre volte, sa di essere braccato da gente come Robertson, che va a doppia velocità e lo sovrasta fisicamente, e allora mette al servizio di Varese le sue qualità cestistiche (fiuto a rimbalzo, posizionamenti impeccabili in difesa). Certo, tutti ci siamo convinti con il passare dei minuti che prima o poi la tripla giusta gli sarebbe entrata; il ferro gli ha detto di no.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Maggio 2016
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