Galimberti: “Oggi vinceremo con il 70%”

Il sindaco sceglie la festa dell'Unità come teatro per la prima intervista pubblica. Riorganizzazione, servizi, sviluppo, scelte politiche i temi centrali. Al centro sempre la partecipazione e l'ascolto dei cittadini

Generiche

La festa dell’Unità è la cornice scelta da Davide Galimberti per la prima intervista pubblica da quando è sindaco. In qualche modo la sua avventura è partita proprio da lì. Allora si chiamava festa democratica mail carattere popolare è sempre stata la sua caratteristica principale.

L’emozione e la voglia di esserci si avverte subito. Gente in piedi ovunque per ascoltare il proprio sindaco. Non succedeva da… non è mai successo prima a Varese e Alessandro Alfieri, segretario regionale del partito lo ha rimarcato aprendo la serata.

“Noi oggi siamo investiti di una grande responsabilità. Governiamo tutte le città capoluogo della Lombardia e il risultato del Pd in questa regione è stato eccezionale. Quello che sembrava impossibile fino a qualche anno fa è diventato realtà grazie all’impegno del nostro partito, ma anche di ampi settori del mondo civico. È maturo il tempo che possiamo vincere anche per andare a governare il Pirellone“.

Dopo di lui hanno portato una breve testimonianza Gianpiero Ballardin, Maurizio Leorato e Marco Giudici sindaci appena eletti a Brenta, Vergiate e Caronno Pertusella.

Ma la grande attesa era per lui, il vero protagonista di un’impresa che resterà storica. Davide Galimberti è stato intervistato dal nostro direttore Marco Giovannelli.

“Devo dire – ha esordito il neo sindaco – che lunedì salendo le scale del comune, mi sono tremate le gambe. Un’emozione fortissima perché in quel momento ho capito cosa fosse successo. Ho lavorato un anno e mezzo credendoci e sicuro che avremmo vinto. Non abbiamo sbagliato niente, ma i passaggi erano tanti e delicati. Avevo avvertito con chiarezza che la città esprimeva un desiderio di cambiamento. Dopo 23 anni di leghismo non ne poteva più. Questo in tutti i suoi settori. La cosa più difficile era far credere possibile il cambiamento. A questo abbiamo lavorato e se oggi tornassimo a votare prenderemmo il 70-80%”.

Davide Galimberti trasmette calma e competenza. Non è un trascinatore dal palco, ma scandisce con chiarezza i concetti chiave della propria azione. Lo fa partendo da cosa è successo dopo il martedì in cui è stato ufficialmente proclamato sindaco.

“Dal quel pomeriggio mi sono chiuso nel mio ufficio con alcuni dirigenti del comune e abbiamo ridisegnato la struttura. Abbiamo 823 dipendenti e la prima cosa da fare era un piano di riorganizzazione per rendere più efficiente la macchina. Lo abbiamo fatto. Ora ci sono dieci aree che avranno una guida politica con nove assessori oltre al sindaco e altrettanti dirigenti. La mia azione da un punto di vista politico sarà in totale discontinuità con il passato. Prima vengono le funzionalità, e poi per quelle individueremo le persone competenti a governarle e non il contrario”.

Sulla giunta  e sugli altri ruoli di responsabilità Galimberti non si sbilancia a far nomi. L’esecutivo sarà pronto entro fine settimana e il primo consiglio comunale, che potrebbe esser anche in un giorno non proprio canonico, si terrà entro una quindicina di giorni.

“Gli assessori saranno espressione delle forze che hanno vinto le elezioni, ma andremo oltre scegliendo anche personalità diverse del mondo civico. Nessun timore sulla loro provenienza, non abbiamo nessun prezzo da pagare a nessuno per la nostra vittoria se non ai cittadini che hanno dato una chiara indicazione che va un po’ oltre i partiti”.

L’altro elemento chiave per l’amministrazione Galimberti riguarda la partecipazione dei cittadini.

“La scelta di aprire le porte del mio ufficio il giovedì non è momentanea, rappresenta un modo di intendere il governo della città. Dall’ascolto delle persone si conosce il vero stato di Varese. Nel primo giorno sono arrivate quaranta persone. Alcune solo per salutarmi e stringermi la mano ancora incredule che il sindaco le ricevesse. Altre hanno portato esigenze e problemi. Noi partiremo da qui, dalla partecipazione dei nostri cittadini. Ora non ci saranno più scuse per nessuno. Varese può cambiare e dipenderà da tutti“.

Sviluppo, lavoro e contesti internazionali sono un altro tema forte della campagna elettorale, ma anche della vita di una città che ha perso un po’ di smalto negli ultimi anni.

“Varese era ferma da tempo. Incapace di cogliere i tanti segnali di cambiamento e anche di sfruttare occasioni uniche come Expo. È mancata la capacità di far dialogare mondi e lo sto verificando da tempo. Abbiamo tante università e centri di eccellenza, un tessuto produttivo importante, infrastrutture, ma è tutto fermo. La mia azione ridurrà al minimo i tempi della burocrazia e renderemo da subito più efficiente tutta l’amministrazione. Gli imprenditori sono attenti a questi temi e dobbiamo agire per tornare a essere attrattivi di investimenti. In questo sarà di grande aiuto il Governo. Ognuno può pensarla come vuole su Renzi, ma intanto le riforme sono state fatte e stanno producendo effetti positivi. Fermamente convinti della nostra autonomia, lavoreremo in sinergia con il Governo altrimenti resteremo sempre a lamentarci di quanto ci manchino le risorse per fare le cose”.

Il pubblico scandisce l’incontro con applausi dopo applausi. La serata sarebbe potuta andare avanti per ore perché la stanchezza per la lunghissima azione di questi mesi non ha fiaccato la voglia di raccontare e Galimberti è sereno e determinato.

“Chiunque abbia un’idea e una proposta, troverà la porta del sindaco aperta per ascoltarlo. Insieme faremo ripartire Varese”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Giugno 2016
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