Quando la burocrazia è informatica, ventitrè giorni per la firma digitale

I responsabili della Mensa del Padre Nostro raccontano il percorso a ostacoli per ottenere la firma digitale necessaria per la partecipazione ad un bando che eroga contributi per opere assistenziali

Mensa Padre Nostro inaugurazione sede

Adriano Broglia, presidente della Mensa del Padre Nostro di Castellanza, e il suo segretario Achille Fumagalli sono increduli quando hanno capito che contro la burocrazia non c’è buona causa che tenga. La loro associazione che sfama centinaia di persone della zona tra Castellanza e Legnano, infatti, ha provato a partecipare ad un bando governativo che eroga contributi per progetti finalizzati a opere assistenziali tra cui la distribuzione di alimenti, che è il loro ramo di attività.

Nel mese di maggio l’associazione riceve la segnalazione di un bando governativo (Fondo UNRRA 2016) che assegna i contributi: «Per partecipare al bando (che scadeva il 21 giugno alle 12) occorreva tassativamente disporre della PEC e della firma digitale, che non avevamo – raccontano – . Il 27/05 inseriamo gli ordini on-line nel “Negozio” Infocert per la casella PEC Legalmail e per la Firma Digitale su supporto elettronico ( Business Key), inviando i rispettivi bonifici web. L’attivazione della casella di PEC ci viene comunicata in pochi giorni mentre per la Firma Digitale, la risposta automatica ci informa che avremmo ricevuto “prossimamente” una mail “con la procedura di attivazione”.

E qui inizia il calvario burocratico tra ponti festivi, uffici chiusi, procedure standard che non ammettono deroghe: «Nei giorni successivi, quindi, ci aspettiamo sia la mail sia la chiavetta , ritenendo che la prima contenga le informazioni per attivare la seconda. Ahimè, non era così! Trascorso ampiamente il ponte del 2 giugno, che ritenevamo una possibile causa di ritardi, incominciamo a preoccuparci per il mancato ricevimento, anche perché il Negozio on-line mostra la fattura per la nostra PEC ma non quella della Firma Digitale. Dopo aver atteso – purtroppo – alcuni altri giorni, contattiamo il Call Center di Infocert».

Solo allora scoprono che la mail non ricevuta (e che viene mandata dopo la telefonata) non contiene i codici di attivazione ma il link per scaricare la domanda: «Abbiamo scoperto che dovevamo firmarla con autentica di pubblico ufficiale e inviarla a mezzo raccomandata a Infocert, sede di Padova. Ci viene spiegato che i tempi di preparazione sono 72 ore lavorative + 48 ore per la consegna da parte del corriere. A questo punto capiamo che il bando è a rischio. Allora chiediamo a Infocert (spiegando le ragioni dell’urgenza) se si possa accelerare l’operazione di preparazione anticipando via mail la copia scannerizzata. La risposta è NO, l’approntamento della chiavetta inizia solo al ricevimento del cartaceo».

A complicare la situazione ci si mette il giorno e mezzo di chiusura settimanale del Municipio (tutto il martedì più il mercoledì mattina) ma Adriano e Achille non si danno per vinti e trovano al volo un notaio per l’autenticazione riuscendo a spedire la raccomandata R1 con la domanda solo mercoledì 15 mattina: «Monitoriamo sul sito internet di Poste Italiane (eccellente servizio) i vari passaggi della nostra raccomandata, che risulta consegnata in circa 24 ore, giovedì 16 . Ci attacchiamo alla “chat” con l’Assistenza Tecnica Infocert chiedendo una procedura d’urgenza e, per tagliare i tempi di consegna via corriere, essendoci di mezzo il week-end, chiediamo che il nostro Presidente, titolare della firma digitale richiesta, possa ritirarla personalmente, il successivo lunedì, presso la sede Infocert».

L’ennesimo no è la mazzata finale alle speranze di partecipare al bando: «Non riusciamo a spiegarcene le ragioni – commentano amaramente – certo non è un problema di sicurezza, perché l’identità del destinatario è più certa in questo caso che non nell’invio con corriere (alla consegna può firmare anche un familiare) e allora ci arrendiamo all’idea che evidentemente non si vuole fare lo sforzo di cambiare il modo di lavorare della routine».

Alla rassegnazione si aggiunge il sapore amaro della beffa quando lunedì 20 alle 12.26 arriva la mail con i codici di cifratura: «Ci sono ancora 24 ore per compilare la domanda del bando, ma, ahimè, la chiavetta è a Padova, in attesa dell’ormai inutile spedizione per corriere. Ci arrendiamo». E con loro anche la speranza che la digitalizzazione, in un Paese come l’Italia, possa aiutare a velocizzare le procedure.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Giugno 2016
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