Varese, una partita speciale con i ragazzi del Gulliver
Venerdì 5 agosto a "Varesello" i ragazzi di Ramella giocheranno con ospiti e operatori della comunità che festeggia i suoi 30 anni
È davvero una preparazione particolare quella che il Varese Calcio sta svolgendo in questa estate 2016. Oltre alla bella novità di lavorare in un centro sportivo controllato direttamente (il cosiddetto “Varesello” alle Bustecche) c’è infatti la particolarità di utilizzare come struttura di riposo una casa gestita dalle suore a Biumo Inferiore.
MERCATO E AMICHEVOLI – L’estate del Varese
E, notizia di oggi, nel programma di Giovio e compagni è stato inserito un match speciale. Il prossimo 5 agosto, un venerdì, dalle ore 16 i biancorossi scenderanno in campo a porte aperte proprio a Varesello per una gara amichevole, ma dall’altra parte del terreno di gioco non troveranno una formazione di pari categoria, e nemmeno iscritta alla galassia del calcio nazionale.
L’undici avversario sarà infatti composto dagli operatori e dai ragazzi ospiti del Centro Gulliver, la comunità terapeutica che quest’anno festeggia i 30 anni di attività e che ha voluto così celebrare l’amicizia con la società sportiva biancorossa. Lo spirito sarà ovviamente quello di una partita estiva tra amici, con la mente libera da pressioni e la semplice attenzione a evitare contrasti troppo duri.
Ad spingere per la gara tra Gulliver e Varese è proprio il tecnico biancorosso, Ernestino Ramella. «Conosco da sempre la comunità terapeutica e poche settimane fa ho avuto l’occasione di incontrare don Michele Barban (il fondatore del Gulliver ndr). Dalla nostra chiacchierata è scaturita la voglia di fare qualcosa insieme, che desse agli ospiti della struttura la possibilità di vivere una giornata diversa dal solito. Così abbiamo deciso di far affrontare loro il Varese, un modo per farli sentire parte integrante della città».
A seguire le parole dell’allenatore arrivano anche quelle di don Barban: «Quella che ci offre il Varese è un’opportunità che abbiamo colto con entusiasmo. Il gioco, inteso come “insieme di regole”, scaturisce nella disciplina, che per noi è un elemento fondamentale da restituire ai nostri ospiti. Le regole però non vanno subìte ma fatte proprie, perché così non si è in balìa di un applauso o di una denigrazione ma si cresce come squadra. Uno dei motti della nostra comunità è “Tu solo, ma non da solo”: lo estenderemo anche al Varese affinché possa spronare ogni singolo giocatore anche nelle partite più impegnative».
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