Estorsione, il pm chiede 9 anni per Gennaro Accarino

Il malvivente fagnanese è accusato di aver costretto con minacce e violenze, una giovane e sua madre ad acquistare un bar. L'uomo sta già scontando quasi sei anni di reclusione

gennaro accarino

Nove anni di reclusione (5 mila euro di ammenda e confisca dei beni) che si aggiungerebbero alla sfilza di condanne già accumulate negli anni scorsi. Questa la pena richiesta dal pubblico ministero Luigi Furno nei confronti di Gennaro Accarino, ancora una volta davanti ai giudici della sezione penale del Tribunale di Busto Arsizio con le accuse di estorsione, stalking, maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.

CHI È GENNARO ACCARINO

La vicenda prende le mosse dagli spari al parcheggio Park to Fly di Somma Lombardo sui quali nel 2015 partono le indagini dei carabinieri della stazione cittadina. Da quell’episodio i militari, diretti dal luogotenente Segreto, risalgono al malvivente fagnanese e al giro di donne di cui si era circondato e che avrebbe costretto tramite minacce e violenze vere e proprie, a rimanere nella sua orbita.

I militari, però, si concentrarono sull’acquisto di un bar a Fagnano Olona da parte di una giovane ragazza di Somma Lombardo e sua madre, anche lei finita nell’harem personale del 45enne di origini campane. Secondo l’accusa, infatti, l’acquisto di quel bar sarebbe avvenuto con i soldi di Accarino (che a causa delle numerose condanne non poteva intestare alcun bene a se stesso, ndr) tramite la giovane sommese.

Se, inizialmente, la giovane aveva acconsentito a questo piano, per avere un posto di lavoro, quando scoprì delle violenze nei confronti della madre da parte di quell’uomo che le teneva anche segregate nel bar durante i lavori di ristrutturazione, cambiò idea incontrando l’ira di Accarino che arrivò al punto di minacciare con una pistola il padre e lo zio di lei. A riguardo abbiamo scritto anche la drammatica ricostruzione in aula da parte della ragazza (che trovate qui).

Il pm ha ripercorso, durante la requisitoria, le indagini e gli elementi probatori raccolti dalle intercettazioni alle testimonianze dei familiari della ragazza. Per l’accusa non c’è alcun dubbio sulla colpevolezza di Accarino, non nuovo a gesti violenti pur di ottenere l’obiettivo che si era prefissato.

La difesa (rappresentata dagli avvocati Fabio Ambrosio e Davide Spantaconi), invece, ha puntato tutto sulla lacunosità delle indagini e sull’uso, a loro dire, strumentale dell’episodio degli spari al parcheggio di Malpensa per accrescere la sensazione di timore che poteva creare Accarino nelle presunte vittime. Vittime che, ha detto ad un certo punto Ambrosio, «non sembrano esserlo poi tanto quando nelle intercettazioni battono cassa da Accarino per ogni esigenza».

La sentenza da parte del collegio giudicante presieduto dal giudice Maria Greca Zoncu (Ferrazzi e Messina a latere) è prevista per il pomeriggio di lunedì 13 marzo.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Gennaio 2017
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