Salta la trattativa: Villa Porro Pirelli pignorata dal Tribunale
La società che ha trasformato la Villa in albergo non riesce a rimborsare il mutuo. Il sindaco Cavallin: "Chiedo a BNL di tornare a sedersi attorno a un tavolo"

Con un atto improvviso e per certi versi inaspettato, la Banca Nazionale del Lavoro il 20 dicembre scorso ha ottenuto dal Tribunale di Varese l’emissione di un provvedimento di pignoramento di Villa Porro Pirelli, la grande villa settecentesca di proprietà del Comune di Induno Olona, interessata sul finire degli anni ’90 da una imponente operazione di restauro.
Il provvedimento giunge alla fine di un contenzioso legale lungo circa un anno e mezzo durante il quale, agli atti di precetto emessi dalla Banca, il Comune aveva risposto intavolando una trattativa con i propri avvocati per giungere a una soluzione meno traumatica della vicenda; in particolare per l’Amministrazione la massima utilità coincide con il mantenimento dell’utilizzo pubblico di alcune sale e di alcuni parcheggi della villa.
L’atto del 20 dicembre interrompe bruscamente e immotivatamente questo tavolo; ciò nonostante, il sindaco Marco Cavallin e l’assessore Claudio Andreoletti ancora in questi giorni stanno cercando di riannodare i sottili fili della trattativa con i legali del colosso bancario francese.
La vicenda della villa è nota: tra la fine degli anni ’90 e il 2004 un massiccio intervento di restauro – finanziato per ben 6,5 milioni di euro da BNL – pretese di far diventare la vecchia villa, ex casa di riposo donata al comune dalla Fondazione Pirelli nel 1990, una struttura alberghiera di alto livello, gestita da un socio privato dalla cui attività sarebbero dovute scaturire le risorse per il pagamento del mutuo. Il progetto però si è rivelato negli anni velleitario e non in grado di consentire al socio privato di pagare le rate del grosso mutuo, che è rimasto in sostanza non rimborsato.
Il Comune di Induno Olona, che all’epoca aveva garantito l’operazione dando in ipoteca la villa, si trova oggi suo malgrado stretto nella morsa di un debito enorme da rimborsare e di una società che si era impegnata a farlo e non ci riesce.
“I fatti di queste ultime settimane dimostrano come l’operazione finanziaria impostata circa vent’anni fa fosse sbagliata fin dalle premesse, come noi abbiamo sempre sostenuto, – commenta il sindaco di Induno Marco Cavallin – tuttavia l’obbiettivo primario negli anni delle nostre Amministrazioni, in carica dal 2004, di fronte a questa operazione, è sempre stato quello di tenere aperta e funzionante la villa, autorizzando la gestione di operatori alberghieri di primo livello come Boscolo prima e Hotel Alla Salute poi, nella speranza che si potesse giungere a un equilibrio economico che consentisse il rimborso dei debiti contratti; ciò purtroppo non è avvenuto. Ancora in queste ore però chiedo a BNL di accettare di tornare a sedersi attorno a un tavolo e ragionare per l’interesse di tutti: il loro, quello del Comune e quello della Villa”.
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