Coldiretti: «Cinghiali fuori controllo, danni per 55 mila euro»

Il dato emerso questa mattina nel corso di un incontro alla presenza del Prefetto. In 12 anni aumento dell'85% delle perdite per incursioni di fauna selvatica

Avarie

Coldiretti in Prefettura, questa mattina 21 febbraio a Varese per un incontro che ha visto i vertici dell’organizzazione agricola – il presidente Fernando Fiori e il direttore Raffaello Betti – impegnati in un confronto a 360° con il Prefetto, Giorgio Franco Zanzi, su due temi di particolare attualità e importanza per il territorio prealpino: i danni da fauna selvatica e la necessità di nuove concessioni in affitto di terreni di proprietà di enti pubblici agli imprenditori agricoli, in particolare i giovani.

DANNI DA FAUNA SELVATICA

Il tema dei danni provocati dalle continue invasioni della fauna selvatica sta assumendo, sul territorio della provincia prealpina, dimensioni ancor più gravi rispetto al passato: “In poco più di un decennio, siamo passati da un danno complessivo pari ad € 35.000,00 nell’anno 2005 ad € 65.000,00 dell’anno 2016 (+ 85%)” ha evidenziato il presidente Fiori.
Dati che confermano come la specie più dannosa sia il cinghiale che, in tutto il territorio provinciale, è presente in modo abnorme ed incontrollato: nell’anno 2016 – cita la documentazione consegnata oggi da Coldiretti a Villa Recalcati – “i danni da cinghiale sono stati quantificati in € 55.000,00 con una incidenza sul totale dei danni pari ad oltre l’84%”.
Una situazione di disagio e pericolo non circoscritta al solo ambito agricolo, ma che coinvolge “problematiche relative alla sicurezza della circolazione stradale e alla stessa incolumità pubblica e sembrerebbe, a nostro parere, richiedere misure straordinarie da assimilare ad atti di protezione civile”.

Coldiretti ha evidenziato, in particolare, la necessità di risolvere le oggettive carenze sia in termine di capacità di intervento, si in termini di programmazione: a ciò si aggiunge il problema, molto sofferto dalle imprese (peraltro evidenziato negli incontri territoriali svoltisi in queste settimane sul territorio) “della dilatazione dei tempi di accertamento e di liquidazione e dell’insufficienza dell’indennizzo che risulta, in tutti i casi, essere largamente parziale”.

Nel documento, Coldiretti Varese ribadisce l’importanza di distinguere nettamente le attività di controllo dalle attività venatorie, “in quanto si tratta di interventi di contenimento, cattura e abbattimento che debbono essere effettuati – stante la situazione ormai fuori controllo – come specifiche misure di carattere contingibile ed urgente”, nonché la richiesta – a favore dei coltivatori diretti/imprenditori agricoli proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani di abbattimento e che ne abbiano i requisiti – della “possibilità di partecipare alle operazioni di abbattimento, previa semplificazione delle relative procedure amministrative e burocratiche”.

Il Prefetto ha espresso grande attenzione alla problematica, peraltro già nota,  – dicono da Coldiretti – e ha assicurato il proprio impegno per giungere in tempi brevi alla definizione di un incontro in cui partecipino tutti gli attori interessati dal problema: un incontro finalizzato, ovviamente, a trovare la via, percorribile, di una soluzione efficace.

TERRENI DA COLTIVARE

L’altro tema affrontato nella riunione di questa mattina è legato alla concessione in affitto di terreni di proprietà di enti pubblici, via necessaria per dare risposte concrete alla crescente domanda di terreni da coltivare.

Va ricordato, infatti, che “in provincia di Varese, la sottrazione di suolo agricolo ha già privato il territorio provinciale di terreni considerati fra i migliori sia in termini di produttività che di localizzazione”. Anche i dati elaborati dall’Istat già nel 2012 rilevavano – e ciò è davvero preoccupante – come la provincia di Varese fosse classificata al quarto posto tra quelle più cementificate d’Italia.

Come sottolinea il presidente Fiori, “la crescente crescita del “made in Varese” agroalimentare, fatto di eccellenze produttive che reclamano il giusto spazio territoriale di coltivazione, rischia di essere minacciata o ridimensionata dalla difficoltà sempre maggiore nel reperire gli “spazi rurali di coltura” da parte delle imprese agricole”.

In tutta Italia, e anche in provincia di Varese, “lo Stato, gli Enti Locali, le Amministrazioni Pubbliche sono proprietari di oltre 300 mila ettari di terreni agricoli gestiti attraverso enti pubblici o, nella più parte delle situazioni, incustoditi ed abbandonati. La cessione in uso agli imprenditori agricoli di questi terreni avrebbe il vantaggio di stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole con benefici indotti per l’intero sistema economico e sociale”.

Coldiretti Varese ha evidenziato come un’eccessiva ‘politica dei vincoli’ non consenta “l’individuazione del modo ottimale per conseguire la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale, limitandosi ad esprimerne una gestione burocratica. Le finalità di tutela dei valori paesaggistici ed ambientali e di salvaguardia idrogeologica devono coniugarsi con un uso sostenibile delle risorse naturali, capace di assicurarne la rinnovabilità e con la garanzia di un adeguato livello di redditività delle attività svolte dalle imprese agricole per assicurarne il loro mantenimento nel tempo”.

Senza dimenticare che l’agricoltura è il primo attore del mantenimento, conservazione e tutela del territorio anche dal punto di vista ambientale.

Ciò che chiede e auspica Coldiretti è che gli enti pubblici sul territorio, a partire da Comuni, Comunità Montane ed Enti Parco, “effettuino il censimento dei terreni di loro proprietà abbandonati ed incolti, costituire conseguentemente una Banca Dati e fissare modalità e criteri, possibilmente comuni ed omogenei tra Enti, per la loro assegnazione alle aziende agricole”.

Così facendo, le stesse pubbliche amministrazioni potrebbero quindi concludere accordi/convenzioni/contratti con gli imprenditori agricoli “che si impegnino, nell’esercizio dell’attività di impresa, ad assicurare la tutela delle risorse naturali, della biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio agrario e forestale, nonché della cura e del mantenimento dell’assetto idrogeologico”.

Simili strumenti – concludono il presidente Fiori e il direttore Betti – andrebbero promossi anche alla luce degli orientamenti più attuali, in particolare nel settore di protezione della natura e di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.

Siamo soddisfatti della sensibilità mostrata anche su questo tema dal Prefetto nel corso dell’incontro di oggi: ci auguriamo che, anche su questo fronte, possa nascere nel breve termine un confronto con tutte le realtà pubbliche che abbiano disponibilità di terreni agricolo e che possano, insieme alle imprese agricole, essere i primi attori di una loro valorizzazione a beneficio della ruralità prealpina e, conseguentemente, dell’intera comunità civile della nostra provincia”.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 21 Febbraio 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.