“Le imprese tessili sono sempre più green”

Una ricerca della Liuc mostra come le imprese tessili siano sempre più sostenibili e creino opportunità di lavoro green

valdolona

Nell’ambito del tessile la filosofia green non è una moda. Questo si evince da una ricerca Liuc che ha coinvolto 21 imprese della provincia di Varese in rappresentanza di tutti gli step produttivi di questo settore.

Alla richiesta del mercato fa da specchio una ricerca sulle figure professionali di interesse per l’industria tessile e della moda svolta, nell’ambito di un progetto promosso in collaborazione con Centrocot, da Aurora Magni, docente di Eco efficienza, materiali e processi della Scuola di Ingegneria della LIUC – Università Cattaneo. Una ricerca che

E proprio la professoressa Magni, presidente di Blumine, mercoledì 22 febbraio 2017, interverrà come relatrice al convegno “Opportunità Green Jobs: come e dove investire forze e risorse per migliorare la sostenibilità della propria professione”. Un incontro di approfondimento, in programma a Milano Rho/Fiera a partire dalle ore 10, nel corso del quale la docente della LIUC relazionerà sui tessuti green e sulle imprese che investono in ricerca e innovazione ormai orientate ad operare in rete, con fornitori e clienti, per ridurre l’impatto ambientale.

«Nell’industria tessile le filiere che si pongono obiettivi green vedono coinvolte, oltre alle imprese che trasformano materie prime in filati e tessuti e che provvedono allo loro tintura, anche i produttori di fibre, l’industria chimica che fornisce fibre man-made, coloranti e ausiliari, i produttori di tecnologie. Si tratta spesso di filiere internazionali aperte alla collaborazione con Università e centri ricerca» dichiara Aurora Magni.  La stessa Industria 4.0 di cui tanto si parla «sta fornendo nuove soluzioni tecnologiche a sopporto dei processi produttivi e gestionali consentendo di ottimizzare risorse e tempo e ridurre gli sprechi», ricorda la docente. «La preparazione di manager  e tecnici in grado di dialogare con sistemi digitali e tecnologie intelligenti finalizzandoli a obiettivi di mitigazione dell’impatto ambientale delle attività produttive, sta emergendo come una nuova frontiera per la formazione universitaria e professionalizzante».

Un terreno, quello dell’Industria 4.0, su cui sta investendo l’Università Cattaneo con la sua i-Fab LIUC per l’apprendimento delle tecnologie della cosiddetta fabbrica intelligente. Da considerare, inoltre, i 3 corsi al terzo anno, per complessivi 27 crediti, su energia, strumenti per la sostenibilità e materiali e processi sostenibili. Corsi che, dal prossimo anno, passeranno alla laurea magistrale.

In questo senso secondo la Liuc l’industria del futuro dovrà dare sempre più peso alle capacità progettuali e gestionali; dovrà essere attenta alle tematiche ambientali, capace di innovare continuamente l’offerta dei prodotti oltre a monitorare flussi complessi di dati e di processi decisionali. E non potrà prescindere da figure professionali green: dal progettista di prodotti tessili sostenibili, al responsabile della sicurezza chimica, all’ingegnere Industry 4.0 che sappia far andare d’accordo lo sviluppo dell’impresa con la tutela ambientale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Febbraio 2017
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