Espulso dal consiglio comunale, si becca la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale

Coda giudiziaria del consiglio comunale dello scorso giovedì 4 maggio, terminato con una sospensione dopo insulti, espulsioni, censure ed un clima che definire teso è un eufemismo

Avarie

Coda giudiziaria del consiglio comunale dello scorso giovedì 4 maggio, terminato con una sospensione dopo insulti, espulsioni, censure ed un clima che definire teso è un eufemismo.

Il consigliere comunale di Insieme per Sesto Michele Pizzini ha infatti ricevuto la notifica della procedura a suo carico per resistenza a pubblico ufficiale.

Per provare a capire quanto successo, proviamo a fare un mini riassunto. In discussione nell’aula consigliare sestese c’era il progetto della Nuova Marna, con il cambio di destinazione d’uso dell’area del parco gioco in zona parco Rovelli. Il clima si è fatto subito teso, con la censura del consigliere Sergio Gumier e la parola negata al collega Leonardo Balzarini.

A prendere le difese dei consiglieri di minoranza ci ha pensato Michele Pizzini, che ha accusato a più riprese il sindaco Marco Colombo di tenere una gestione antidemocratica dell’assemblea cittadina, andando poi oltre arrivando a dare del “fascista” al primo cittadino, che ha reagito invitando Pizzini ad allontanarsi prima dai banchi del consiglio comunale poi dall’aula stessa, intimando agli agenti della polizia locale di obbedire al suo ordine. Pizzini ha ritardato l’uscita dall’aula, beccandosi la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.

Un’espulsione obiettivamente poco ortodossa, non essendocene traccia nel regolamento del consiglio comunale. Pizzini e il suo gruppo ha indetto una conferenza stampa per le 18 a Sesto Calende, per spiegare le proprie posizioni, che anticipa così: «Inizialmente ho pensato di dimettermi, per non avere più nulla a che fare con questa gente – spiega -. Poi ha prevalso la voglia di lottare e andare avanti, per difendere non solo me stesso, ma la democrazia in questo paese, dove sembra che prevalgano altri criteri. Io penso di aver fatto la cosa giusta in consiglio comunale, prendendo le difese dei miei colleghi cui veniva impedito di parlare, senza aggressioni o violenza. L’espulsione dall’aula poi non esiste da nessuna parte, è un atto intimidatorio, come intimidatoria è la denuncia. Il sindaco si attacca al fatto che ha ordinato la mia espulsione quando ero seduto tra il pubblico, ma io resto un consigliere comunale non solo sui banchi dell’opposizione, anche per strada, tra il pubblico, sempre: ed espellere un consigliere comunale dall’aula semplicemente non si può fare».

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Michele Pizzini, nella foto

«C’è un clima politico esasperato, brutto. Ho nominato due legali, uno amministrativo ed un penalista: spero che il pubblico ministero capisca e finisca tutto in nulla – prosegue Pizzini -. Ma non voglio limitarmi a difendermi, deciderò se denunciare il sindaco per quanto successo, poichè credo che nell’ordine impartito all’agente di polizia locale ci sia un abuso d’ufficio evidente. Abbiamo anche avvisato il Prefetto di quanto successo: ci riceverà presto».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Maggio 2017
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