Mille firme contro i profughi. Il sindaco: “Ci difenderemo”
La mobilitazione riguarda il quartiere di Sciarè, dove il gestore KB srl ha acquisito uno stabile (che dice di voler adibire a uffici). Cassani: "Il Prefetto ascolti i gallaratesi"

1078 firme contro un centro per richiedenti asilo nel quartiere di Sciarè. La petizione dei contrari è arrivata sulla scrivania del sindaco Andrea Cassani giovedì e nel primo pomeriggio è stata inviata al prefetto di Varese Giorgio Zanzi.
«Le firme raccolte sono 1.078 solo perché ci siamo fermati. Le riteniamo comunque più che sufficienti a fare capire cosa pensi la gente, quali siano timori e preoccupazioni dei residenti dello Sciarè». Le adesioni sono state raccolte in due settimane all’edicola-cartoleria di via Doria, a pochi metri dall’ex Zibetti, il vecchio opificio a disposizione della Kb Srl, la società che sta già gestendo i profughi in via Ranchet a Madonna in Campagna (oltre a diversi altri centri in provincia).
Roberto Garavello, della Kb srl, aveva rassicurato che non avrebbe posizionato lì un nuovo centro, ma nel frattempo la raccolta firme è andata avanti. A spalleggiare la mobilitazione c’è anche il sindaco Andrea Cassani.
«Il business dei migranti – spiega una nota del primo cittadino – non può danneggiare i cittadini italiani che hanno fatto grandi sacrifici per acquistare un immobile e quelli che fanno sacrifici per pagare gli affitti. È risaputo, l’arrivo dei migranti crea disturbo, abbassa la percezione di sicurezza e i nostri concittadini non si meritano di dovere cambiare in peggio le loro abitudini di vita». E ancora cita la vicinanza delle scuole e dell’asilo.
Il sindaco è convinto di poter parlare a nome degli abitanti dello Sciarè: «Sono residenti del rione la stragrande maggioranza di quelli che hanno sottoscritto la raccolta firme con la quale si chiede al prefetto che non vengano più inviati asilanti sul territorio gallaratese. È un pensiero che condivido e sottoscrivo ma è soprattutto l’opinione dei cittadini che hanno firmato. Tra di loro ci sono, tra l’altro, alcuni stranieri che risiedono a Gallarate e con questo ho detto tutto».
E Cassani minaccia anche la rivolta pacifica contro l’arrivo dei profughi: «Qualora la richiesta contenuta nella petizione non dovesse essere tenuta in debita considerazione, io (in qualità di primo cittadino) e i gallaratesi troveremo altre forme democratiche e pacifiche per difendersi da questa invasione senza freni».
Resta invece la presenza in un altro quartiere, Madonna in Campagna, un centro sempre “targato” Kb srl. «Ci aspettiamo – ribadisce Cassani – che la situazione ritorni a quella di un mese e mezzo fa, quando gli “ospiti” non dovevano superare le quaranta unità. Nel frattempo attendiamo gli esiti dei rilievi effettuati dalle autorità competenti in materia igienico-sanitaria».
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