“Per combattere il degrado serve anche una risposta sociale”
Giovanni Pignataro, del Pd, critica le risposte parziali della giunta. "Niente prevenzione nè programmazione sulle aree critiche"

«Non bastano i “pattugliamenti”: Gallarate è cambiata molto poco in quest’ultimo anno, rispetto alle promesse elettorali del centrodestra». Giovanni Pignataro, ex vicesindaco e oggi consigliere comunale d’opposizione, boccia su tutta la linea il lavoro della giunta Cassani sul fronte della sicurezza. Non tanto su quel che è stato fatto, quanto su quanto è mancato.
«Il “tour” nelle aree “di degrado” e l’intervista dell’assessore mi sembra dimostrino che Gallarate è cambiata molto poco rispetto alle promesse elettorali del centrodestra. S’inizia a parlare di insicurezza percepita, un concetto che il centrodestra, quando era all’opposizione, riteneva vergognoso: e non reale» dice il consigliere Pd. «Iniziano a fare i conti con la realtà, che è molto diversa dalle promesse fatte in campagna elettorale, ma anche dal mondo degradato che hanno dipinto per cinque anni e su cui, dicevano, non c’era intenzione di intervenire seriamente. Dopo un anno i problemi sono ancora sul piatto».
«Nelle parole dell’assessore Caruso c’è una parte delle motivazioni per cui quanto fatto è inefficace: non basta la città “pattugliata”. La risposta di polizia, che è necessaria, va bene, ma non è sufficiente».
E allora cosa mancherebbe? «Serve l’opera di prevenzione del disagio e di rimozione delle cause, per evitare che si creino sacche di persone disagiate e progressivamente escluse dalla vita dei concittadini. L’opera dei servizi sociali sembra dimenticata: manca la rete sociale che affianchi queste persone, sono state rimosse le politiche di inserimento al lavoro, si è tralasciato il coordinamento con il terzo settore» sostiene Pignataro. «Si è lasciato un buco nero senza risposte alternative, anche dove non si condivideva l’operato della precedente giunta non si è indicata una strada alternativa. Senza questo, senza risposte anche sociali, si insegue il fenomeno senza incidere davvero».
Di certo in alcuni casi il presidio fisso (ci si riferisce alla stazione) è stato introdotto, ma è vero che i problemi si presentano in più zone, soprattutto nella “corona” intorno al centro storico. «Manca una programmazione anche nel prevenire le situazioni problematiche: nel “tour” fatto da VareseNews (che si rifaceva al precedente monitoraggio 2015, ndr) mancano le ex scuole Bottini. Cancellata la biblioteca, oggi è sempre frequentata da senzatetto e sbandati. Prima dovevano farci una residenza per anziani, ora si parla di una scuola privata, ma si è rinunciato ad una soluzione che era stata messa in cantiere. Faccio poi presente che se si realizzerà l’ospedale unico, questo svuoterà l’area dell’ospedale attuale, si creerebbe un comparto problematico». È una dinamica che ad esempio si è vista a Legnano, dopo il trasferimento nella nuova struttura: il vecchio nosocomio sul Sempione, nel rione Canazza, ospita pochi servizi e l’area è frequentata da diversi senzatetto. «Si rischia di creare una enorme area abbandonata, che andrebbe da via Bottini a via Cantoni»
Pignataro richiama la necessità di una programmazione a medio e lungo termine. «Manca è la pianificazione di come rendere vive parti della città: c’è una sottovalutazione su questo» dice l’ex assessore all’urbanistica. «L’esempio? via Pacinotti, dove la soluzione passa dalla riqualificazione delle vecchie Officine. Caruso oggi ci dice che è area FS e che l’amministrazione poco può fare. So bene che è difficile dialogare con FS e che richiede tempo, ma quando lo dicevamo noi ci dicevano che eravamo immobili e non facevamo niente».
Un’altra delle aree prese in esame è piazza Risorgimento: qui la precedente amministrazione di centrosinistra aveva tentato un approccio diverso con il nuovo parchetto, ma l’intervento – che pure ha reso più frequentata la zona – non è stato risolutivo. Ha funzionato, ma a metà… «È vero, a metà. L’altra metà del progetto era fare in modo portare lì piccoli eventi, il mercato settimanale di quartere che c’era un tempo. Tutti interventi che poi non sono stati portati avanti nell’ultimo anno (il parchetto è stato inaugurato nel luglio scorso). Sono consapevole che non c’è la ricetta perfetta, ma aver interrotto ogni raccordo con il sociale ha fatto sì che i risultati, anche qui, fossero dimezzati».
(nella foto: piazza Risorgimento in un giorno di primavera)
«Questo modo di affrontare la sicurezza è fallimentare. E chi ha occhi vede la situazione: l’esempio è la doppia scritta vandalica sulla scalinata Liberty, ci passo due volte al giorno in bici e la vedo da mesi. E qui torna il problema della rinuncia ad di alcune risposte sociali: la task force di Exodus che avevamo attivato avrebbe ridipinto nel giro di pochi giorni la scalinata, la giunta Cassani ha sospeso il progetto che interveniva sul degrado e a distanza di mesi la doppia scritta è ancora lì. E la stessa cosa si vede in questi giorni a Sciarè, nel quartiere deturpato da scritte contro lo Stato e la democrazia».
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