Il territorio ringrazia: “Chi volle l’università, ci vide giusto”

Nel corso della cerimonia inaugurale, hanno preso la parola le autorità, il Presidente della Regione e i sindaci delle due città, oltre ai rappresentanti degli studenti e del personale tecnico amministrativo

Inaugurazione XX anno accademico Università dell'Insubria

La ventesima cerimonia di apertura dell’anno accademico dell’Università dell’Insubria ha visto in platea rappresentanti istituzionali, delle forze dell’ordine e del mondo politico oltre a onorevoli e consiglieri regionali .

GLI INTERVENTI ISTITUZIONALI

In apertura, il cerimoniere, la professoressa Michela Prest, ha dato la parola al Presidente della Regione Roberto Maroni che ha ricordato come la Regione voglia aumentare le proprie competenze per poter investire di più sulla qualità della formazione accademica e sulla ricerca.

Subito dopo è stato chiamato il sindaco di Como Mario Landriscina: « La città nutre un grande interesse verso questo ateneo e vogliamo continuare a investire . Il futuro dei nostri giovani dipende anche dal lavoro di qualità che qui viene svolto. Quindi grazie per ciò che fate e continuiamo a lavorare con intensità». La città di Como ha recentemente visto il potenziamento dell’offerta formativa universitaria grazie alla convenzione firmata tra università e Asst Lariana che porterà il corso di Medicina all’ospedale Sant’Anna.

Di una storia ultraventennale ha parlato il sindaco Davide Galimberti che ha ricordato la prima esperienza già negli anni ’70: « Chi volle puntare su questa istituzione ci ha visto giusto. Oggi che assistiamo alla crescita dell’industria 4.0 dove formazione e preparazione faranno la differenza, avere questa opportunità sul territorio ci pone in vantaggio. Continuiamo a lavorare in rete per questa realtà che, anche a livello strutturale, sta prendendo forma».

IL PRO RETTORE VIOCARIO PROF. GIUSEPPE COLANGELO

In scadenza di mandato, anche il Pro Rettore ha voluto ripercorrere l’attività svolta in sei anni di mandato insieme a Coen Porisini: « Abbiamo ereditato dai nostri predecessori una situazione in cui diversi progetti di sviluppo dell’Ateneo erano stati iniziati ma non ancora conclusi. È stato nostro compito importante portare a conclusione una buona parte di questi progetti: a Como ad esempio, nel primo anno del nostro mandato abbiamo inaugurato la Manica Lunga che ha rappresentato un importante completamento del polo didattico di S. Abbondio; a Varese abbiamo portato a compimento, aperto e reso fruibile il Collegio Carlo Cattaneo e poi il Palazzetto Sportivo, completando in modo significativo il campus di Bizzozero; a Como abbiamo anche completato i lavori e reso fruibile la palazzina dei laboratori nel polo didattico di via Valleggio, che ha rappresentato un importante progresso per il nostro polo scientifico di Como, che ci ha permesso di chiudere la sede di via Lucini, portando tutti i nostri chimici nello stesso polo degli altri colleghi delle scienze dure.
La realizzazione di questi progetti ha permesso all’Ateneo di compiere un rilevante salto di qualità in termini di risorse infrastrutturali a disposizione. Inoltre in questo modo abbiamo potuto compiere un importante processo di razionalizzazione delle nostre sedi con la chiusura di quelle periferiche più distanti e l’accentramento delle attività accademiche in poli didattici e di ricerca ben definiti, sfruttando così meglio quelle economie di scopo, su cui lo stesso termine universitas (convergere tutti nello stesso luogo) si basa»

IL RAPPRESENTANTE DEGLI STUDENTI

Nel corso della cerimonia ha preso la parola Luca Giorgetti, rappresentante della componente studentesca che ha sottolineato l’importante traguardo dei vent’anni: « A livello statistico, un matrimonio dura 17 anni. Direi che finora ce la siamo cavata egregiamente.» Il suo intervento ha sottolineato soprattutto il ruolo centrale del docente, chiamato a ispirare e non a imbeccare lo studente: « Nell’epoca materialista in cui viviamo si sottovaluta troppo spesso il ruolo dell’insegnante, del maestro, colui che non solo possiede integralmente la conoscenza di una disciplina ma anche la passione e l’amore per poterla trasmettere. Pochi altri mestieri hanno la possibilità di migliorare il mondo come il vostro, di agire così in profondità sulla vita delle altre persone e di poter soddisfare l’esigenza di moralità dei nostri giorni. Voi siete in grado di creare la società.
In quanto docenti non state solo insegnando una disciplina, un mestiere, ma state trasmettendo sentimenti come curiosità, forza, passione, amore.
Aiutate chi vi ascolta ad innamorarsi della vita che li attende.».

IL PERSONALE TECNICO AMMINISTRATIVO

« Questa è anche un po’ la nostra casa, dove viviamo parte della nostra vita. Non possiamo essere indifferenti alla qualità delle ore che passiamo al lavoro e ai luoghi dove lo svolgiamo» L’intervento della rappresentante del comparto tecnico amministrativo architetto Sonia Maria Garziera, Senatrice Accademica, ha fatto leva sulla collaborazione e la condivisione per il bene collettivo.  Sonia Maria Garziera, ha puntato sul senso di appartenenza quale motore di sviluppo collettivo, un senso di appartenenza, però, che si rafforza grazie a politiche premianti della meritocrazia: « Superata la fase di riorganizzazione e razionalizzazione dell’attività amministrativa, il nostro Ateneo punta alla qualità: della didattica e della ricerca, ma anche dei servizi; lo può fare proprio grazie alle professionalità acquisite, che fanno parte del capitale della nostra Università e, come tali, vanno tutelate. Per questo, le attività di aggiornamento e di formazione sono certamente tra gli strumenti potenziabili. Si potrebbe addirittura arrivare a concretizzare dei veri e propri piani individuali: il punto di partenza diviene, allora, il singolo dipendente, con le sue esigenze di crescita professionale, di miglioramento e di soddisfazione sul lavoro. Il dipendente formato, soddisfatto del proprio lavoro e gratificato garantirà quella qualità di servizi da cui la ricerca, la didattica e la terza missione potranno trarre grande vantaggio; di ciò, senza dubbio, beneficerà lo stato di salute dell’intero Ateneo, anche in considerazione del regime di costante monitoraggio e valutazione a cui siamo, da qualche tempo, sottoposti».

LA ROSA COMACINA

Prima della premiazione dei nuovi docenti ordinari, come vuole la tradizione, il Rettore ha assegnato la “Rosa comacina”, il premio  per quanti si siano distinti nella società civile nello sviluppo della collaborazione con l’università. Per i vent’anni, l’ateneo ha voluto premiare due persone in rappresentanza delle due comunità che hanno investito e investono nell’ateneo. Per la città di Varese è stato premiato Marco Reggiori mentre per Como il premio è andato ad Angelo Palma

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Pubblicato il 19 Febbraio 2018
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