Un “abbraccio blu”, la villa del Montevecchio si veste di ortensie

L'associazione Iris, insieme alla Fondazione Montevecchio, lancia un progetto per valorizzare la storica villa di fine Ottocento. Scegliendo proprio i fiori più amati nel periodo in cui nacque l'edificio

Le ortensie "abbracciano" Villa Montevecchio

Una antica villa ottocentesca e un parco da rendere ancora più bello, evocando il fascino atmosfere d’antan, con un anfiteatro di ortensie ad abbracciare l’edificio: a Villa Montevecchio parte un coraggioso progetto lanciato congiuntamente dalla associazione Iris – nata solo pochi mesi fa – e dalla Fondazione Montevecchio, la fondazione d’iniziativa comunale che ha in gestione la villa costruita nel 1898 e il suo parco.

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La villa ottocentesca “abbracciata” dalle ortensie 4 di 8

Un abbraccio blu alla villa, fatto di ortensie. O «una ciambella di salvataggio blu per il parco», dice Emanuela Signorini, responsabile dell’area “verde” dell’associazione Iris. Perché intorno a questo progetto – da attuare nell’arco di alcuni anni, da tre a cinque – sia l’associazione sia la fondazione contano di accendere l’entusiasmo e l’interesse dei samaratesi per lo spazio verde (che porta un po’ i segni di anni di trasformazioni degli spazi).

«Già alla presentazione abbiamo colto lo spirito che anima Iris e abbiamo subito buttato un ponte per una collaborazione con Iris» dice Tiziano Zocchi, presidente della Fondazione. «In villa Montevecchio abbiamo individuato l’elemento architettonico e storico più pregevole di Samarate» dice invece Francesco Tiziani, presidente di Iris, che ha firmato la convenzione con la fondazione. È un progetto molto ambizioso, per le risorse (economiche, ma soprattutto umane) che muove a carico di una piccola associazione , ma soprattutto per la speranza che faccia – come si dice – da volano per attrarre altri sostenitori. «Qui si gioca una partita di credibilità: siamo motivatissimi, siamo partiti con una energia straordinaria».

Emanuela Signorini, che segue i diversi progetti sul verde dell’associazione, è un vulcano di entusiasmo. Ha già lanciato interventi di recupero di spazi pubblici con i fiori recuperati («Siamo gli unici in Italia a fare riciclo di questo tipo»), insieme alla sua “squadra” di volontari ha creato «la mezzaluna», uno spartitraffico fiorito che nel suo piccolo ha fatto parlare e ha spinto anche i vicini a prendersi cura di nuovi spazi incolti. E ora c’è una sfida ancora più grande. Spiega che l’anfiteatro di ortensie dovrà «inserirsi nel modo meno invasivo possibile», creare «una corona di ortensie a palla blu, tipiche del periodo in cui è nata la villa», che cinga la bella balaustra in pietra e, nello sguardo di chi si accosta, la villa stessa (i fotomontaggi sono di Greta Mazza).

Samarate generica generiche

L’area da piantare è stata divisa in otto spicchi, l’idea è di partire con i due settori nella zona Sud, «a maggio, mettendo in opera ortensie già fiorite». Quanto ci vorrà a completare il tutto? «È realizzabile in massimo cinque anni» dice Signorini. «Il passaggio successivo sarà nell’area verso Ovest, verso il parco frequentato da bambini e famiglie, perché tutti lo vedano». È prevista la creazione di impianti d’irrigazione a goccia e una sistemazione dei camminamenti in pietra, nel tempo perduti.

Ma soprattutto dietro c’è anche un’operazione di coinvolgimento della comunità: «Faremo una campagna “Dona un’ortensia”: ne servono 500, in futuro faremo anche la giornata della piantumazione. E faremo una mappa con i nomi di chi ha donato. Quando ci saranno le fioriture, si potranno fare giornate speciali, anche per finanziare un ulteriore recupero del parco».

È una bella partenza, per Iris, e un passaggio importante per Fondazione Montevecchio. «Spesso da parte delle istituzioni non ci sono modi e metodi per canalizzare la voglia di fare» ragiona Tiziano Zocchi. «Iris è un modo e sarebbe stato un dramma se Fondazione non fosse in grado di raccogliere. Mi auspico che in futuro ci siano altre associazioni che vogliamo portare avanti altri progetti».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 24 Aprile 2018
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