Hydra, ricercato il boss delle truffe
Mandato di cattura internazionale per la mente del sistema che ha portato in carcere già 9 persone. La donna del capo con la lince al guinzaglio

Un rientro in Italia vorrebbe significare un arresto sicuro. Quindi saranno gli inquirenti italiani a chiederne l’arresto.
Lui è accusato di essere la mente di “Hydra”, il sistema che ha portato la Finanza a catturare nel marzo scorso 9 persone, e indagarne 123 per danni arrecati allo Stato e alle imprese commerciali che ammontano a 7 milioni e 600 mila euro.
La maxi truffa contestata riguardava un sistema che partiva dall’individuazione di società decotte o in difficoltà che venivano rapidamente controllate per diversi percorsi criminosi.
Si andava dall’acquisto di beni che non venivano pagati al fittizio pagamento di stipendi con l’obiettivo di incamerare la disoccupazione che lo Stato – l’Inps – erogava secondo quanto previsto dalla legge.
C’era poi la possibilità di accendere leasing per auto: il veicolo veniva consegnato, ma solo in parte le rate venivano onorate, per poi spedire il veicolo all’estero, spesso in paesi dell’Est, da dove veniva la compagna del ricercato, una donna di origini bulgare già al centro delle cronache di qualche mese fa perché sorpresa ai giardini Montanelli di Milano con una lince – un “caracall” del valore di 10 mila euro – al guinzaglio: l’animale venne sequestrato dai carabinieri forestali.
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