La protesta contro la “ferrovia nella brughiera” fa tappa al Pirellone
Gli ambientalisti critici sul secondo collegamento per l'aeroporto, per i costi e per l'impatto sui boschi e la brughiera. Martedì mattina il presidio prima del consiglio regionale
Si sono fatti sentire e vedere, fuori dal Pirellone, per poi partecipare – come pubblico – al dibattito di giornata. Sono i comitati che, con l’appoggio di Legambiente, si oppongono alla costruzione della ferrovia Gallarate-Malpensa, secondo accesso su ferro all’aeroporto, che si aggiunge a quello (da Sud) esistente dal 1998.
Le bandiere dei comitati – a partire da “Salviamo la brughiera” di Casorate Sempione – si sono radunate martedì’ mattina, alle 9.30, davanti all’ingresso del Pirellone, sede del Consiglio regionale della Lombardia. Volantini e bandiere per sostenere oggi soprattutto l’idea di una valutazione ambientale complessiva delle infrastrutture su Malpensa: «Le sottoscritte associazioni e comitati ritengono indispensabile e urgente che, prima della autorizzazione di ulteriori progetti infrastrutturali sull’area vasta coinvolta dalle attività e sviluppi dell’aeroporto di Malpensa, si proceda ad una valutazione cumulativa di impatto ambientale tramite Vas (Valutazione Ambientale Strategica) estesa a tutto il territorio del Piano d’area, alla quale siano sottoposti i vari inserimenti e tutte le diverse opere infrastrutturali. Con l’obbiettivo di salvaguardia e tutela dell’ambiente naturale e del paesaggio, specialmente con riferimento al territorio del Parco del Ticino, e della salute e qualità della vita degli abitanti, e chiedono che la Giunta Regionale ed il Consiglio Regionale Lombardo si attivino concretamente in tale direzione».
Gli ambientalisti hanno incontrato tra gli altri i consiglieri regionali Pd Arianna Censi (Milano) e Samuele Astuti (Varese) e incassato l’appoggio di Roberto Cenci, del Movimento 5 Stelle: «Vogliono distruggere la brughiera tra Malpensa, Gallarate e Somma Lombarda per costruire qualche chilometro di ferrovia sostanzialmente inutile» ha commentato Cenci. «Il progetto è già stato bocciato dal politecnico di Milano dopo un’analisi costi-benefici, chiediamo che la Regione valuti progetti alternativi» (il riferimento al Politecnico è all’analisi degli scenari, che mette in evidenza la criticità dell’attuale asse Milano-Gallarate, tratto di accesso obbligato alla nuova linea).
I comitati hanno contestato tra l’altro la mancanza d’incisività, nella fase di scoping, delle amministrazioni comunali coinvolte per territorio – Gallarate, Casorate, Somma e Cardano -, un tema che ha creato molta polemica soprattutto a Casorate, dove l’amministrazione rivendica un approccio diverso (Gallarate ha invece chiesto preventivamente barriere fonoassorbenti).
Le principali critiche alla ferrovia Gallarate-Malpensa riguardano tre aspetti: l’impatto dell’infrastruttura sull’ambiente, con la necessità tra l’altro di spostare in altra sede la Statale del Sempione; i costi fino a 250 milioni; i limiti tecnici della ferrovia Milano-Gallarate esistente, già oggi sovraccarica (con tipi di treni che viaggiano a velocità molto diverse, dai merci ai suburbani, agli Eurocity) e soggetta a ritardi. Le ragioni favorevoli all’opera sottolineano l’accesso più diretto da Milano rispetto alla linea esistente, che passa da Busto Fs, e in particolare per il Terminal 2. Viene inoltre considerata utile all’accesso di passeggeri dalla Svizzera, dal canton Vallese (una quota di traffico che però è molto minoritaria).
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