Peculato in Comune, «abbassare i toni, e accertare le responsabilità»

La vicenda catalizza l’attenzione del Consiglio. La proposta della minoranza: «Turnazione dei dirigenti»

Avarie

Sarà il presidente dell’ordine degli avvocati di Varese Sergio Martelli a patrocinare in giudizio il Comune di Luino per la vicenda contestata ad un ex dipendente comunale accusato di peculato, di aver ciò sottratto somme di danaro pubblico per un proprio vantaggio.

Presunzione di innocenza per la persona coinvolta – anche se avrebbe ammesso le proprie responsabilità – , certezza di professionalità e buona fede per tutti gli altri dipendenti comunali che ogni giorno lavorano correttamente per assicurare il buon funzionamento della macchina comunale.

Le prime battute – una mezzora quasi – del consiglio comunale di ieri sera, giovedì, a Luino, sono state dedicate a questo.
Diverse le considerazioni legate proprio alle cronache giudiziarie (per ora però sono solo indagini) che serviranno a ricostruire il comportamento di una figura professionale assunta a tempo indeterminato dal Comune e ora licenziata dopo un esposto fatto dal sindaco ai Carabinieri della cittadina lacustre.

Il Comune – lo aveva fatto sapere lo stesso Pellicini all’indomani dello scoppio del “bubbone” – si costituirà parte civile. Fatto, questo, ribadito anche dallo stesso sindaco nella serata di ieri: «Apprezzo i toni delle minoranze che si sono comportate in maniera responsabili. È un momento di difficoltà dell’amministrazione comunale e dei dipendenti che svolgono con passione il loro lavoro. In questo momento occorre mantenere i toni bassi per consentire accertamento delle responsabilità».

«Nell’ultima giunta, di martedì, abbiamo approvato la delibera con la quale abbiamo dato incarico a chi ci supporterà, anche nella ricostruzione di ogni tipo di responsabilità: è un dovere da parte di tutti. Aspetteremo le conclusioni a cui arriverà la magistratura per il fatto principale. Ma, serenamente, andremo a vedere cosa non ha funzionato a tutti i livelli. Ogni conclusione a cui si arriverà verrà portata a conoscenza di commissioni e capigruppo. L’indagine del Comune è stata per questo fatto compromessa e che legittima il comune a chiedere il risarcimento del danno subito e dall’altro quello di fare di tutto per attivare meccanismi di controllo il più efficace possibile per il futuro».

Le dichiarazioni di Pellicini sono arrivate dopo alcune esternazioni della minoranza cominciate con Pietro Agostinelli che ha parlato di «fatti incresciosi» che «hanno sconvolto tutti» a fronte del fatto che «quanto accaduto getta discredito sull’ente, ma non può impedirci di capire e decidere cosa rispondere perché la vicenda è pubblica. È possibile non accorgersi di ciò che è avvenuto? Esistono responsabilità in vigilando? Ci si poteva accorgere di quanto accaduto leggendo gli atti del bilancio?».

Ancora le minoranze: il consigliere Gianni Petrotta oltre alle parole di rito «piena fiducia nelle forze dell’ordine. Solidarietà nei riguardi dei dipendenti del Comune» ha pure proposto «ove possibile la rotazione degli incarichi dei funzionari responsabili. Che insieme alla trasparenza per garantire il controllo civico e sociale sull’ente rappresentano i veri deterrenti alla corruttela».

Ancora Enrica Nogara: «Avremmo potuto cavalcare la vicenda in modo mediaticamente diverso, ci siamo comportati in maniera responsabile, la magistratura indaghi. Ma è possibile che in questi anni vi siano stati degli ammanchi mai figurati nei bilanci?».

«Il male peggiore è pensare al mal comune, mezzo gaudio: dal punto di vista umano dobbiamo essere solidali, difensivi e intransigenti rispetto alla bontà del lavoro che viene fatto», è stato il senso dell’intervento di Franco Compagnoni.

Lo stesso è valso per Giuseppe Taldone: «Pubblico è sinonimo di garanzia, se errori ci sono stati lo verificherà la magistratura e speculare sulle indagini non serve: abbiamo lo strumento della politica per fare le battaglie civili».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Novembre 2018
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