Zingaretti scalda la base: “Uniamo il Pd contro chi vuole unire l’Italia attorno all’odio”
Era piena la sala che ha accolto Nicola Zingaretti a Varese dopo il voto degli iscritti per la segreteria del partito: "ricostruiamo un partito che sia una forza radicata nel paese"
«Il Governo sta unendo l’Italia solamente sull’odio, noi dobbiamo farlo sulla difesa della democrazia». Era piena la sala che ha accolto Nicola Zingaretti al Collegio De Filippi di Varese, suggello del lavoro fatto dai sostenitori della mozione che lo vuole nuovo segretario del Partito Democratico.
Dopo il voto degli iscritti, che ha sorriso al governatore laziale più che agli sfidanti Maurizio Martina e Roberto Giachetti, la visita di Zingaretti apre ancora di più il confronto interno al partito che adesso guarda alle elezioni primarie del 3 marzo che coinvolgeranno non solo gli iscritti ma anche gli elettro di centrosinistra.
Introdotto dal coordinatore della mozione Pino Tuscano, dal vicesegretario del partito provinciale Alice Bernardoni e dal conigliere comunale varesino Giacomo Fisco, con un saluto anche del sindaco di Varese Davide Galimberti, l’intervento di Zingaretti si è mosso in tre direzioni: la forte contrapposizione al Governo giallo-verde, la critica interna al partito e il ricordo dell’onorevole Giuseppe Zamberletti a lungo applaudito dalla platea varesina proprio all’indomani del funerale di Stato che gli sarà dedicato.
Sul fondo della sala, ad ascoltare il candidato alla segreteria, i tanti giovani in maglia gialla che in nelle scorse settimane lo hanno sostenuto tra i circoli locali.
La serata non poteva che partire dal ricordo di Giuseppe Zamberletti: «l’Italia gli deve molto – ha detto Zingaretti – è stato un esempio di questa Repubblica: con il suo lavoro ha lasciato all’Italia una delle cose più belle: la Protezione civile. È raro trovare uomini politici che hanno lasciato un segno così diffuso da nord a sud nel paese».
IL GOVERNO: Durissima la lettura politica del Governo di Lega e Movimento 5 Stelle: «stanno unendo l’Italia solo attorno all’elemento dell’odio – ha detto Zingaretti – e noi siamo un paese che non merita questo. In questi giorni ci stanno facendo credere che siamo ostaggio di un piccolo gruppo di disperati dispersi nel mare ma è dietro al tema dell’immigrazione che nascondono la loro incapacità di mantenere fede alle promesse che hanno fatto. Questo è un paese che sta arretrando economicamente e cercano di di fuggire dalla realtà seminando la rabbia e il rifiuto dell’altro».
IL MOVIMENTO 5 STELLE: Se la critica alla Lega è ferma («siamo in una fase pericolosa per la democrazia») Zingaretti non chiude all’elettorato dei 5 stelle: «Io non sono per un’alleanza con il Movimento – ha spiegato dal palco -, però noi dobbiamo capire perché molte delle persone che li hanno votati hanno smesso di seguirci. E io no credo che quella base che voleva Rodotà come Presidente della Repubblica sia felice di quello che vede oggi al Governo. Noi dobbiamo capire il perché profondo di quella scelta».
LA CRITICA AL PASSATO: «È palese che qualcosa non è andata in questi anni tra di noi – ha detto Zingaretti parlando del Partito Democratico – e siamo diventati il nemico delle classi che dovevamo rappresentare. Per superare questo bisogna costruire una politica unitaria e un partito radicato nella società: noi avevamo solo le correnti senza una comunità unitaria. Per questo non siamo riusciti a vedere in tempo un fatto drammatico di questo paese: l’aumento delle disuguaglianze sociali. Torniamo ad essere uniti e spingiamo quanti più elettori possibili ad andare a votare il prossimo 3 marzo».
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