Palaghiaccio chiuso: “Tante segnalazioni a vuoto, ora serve fare in fretta”
Matteo Cesarini, presidente dei Killer Bees, è il gestore della struttura di via Albani: "Abbiamo avvisato più volte gli uffici tecnici senza ottenere risposte. La pista chiusa è un problema grave per le società, gli atleti e gli incassi"

Lo spostamento all’Agorà di Milano dell’importante partita di campionato tra i Mastini e il Valdifiemme è solo la conseguenza più evidente della recente chiusura della pista del Palaghiaccio di via Albani, una decisione arrivata ieri – mercoledì 6 febbraio – dopo una precedente “sospensione precauzionale” effettuata nei giorni della nevicata.
Uno stop all’attività della pista ghiacciata (la piscina invece è aperta, così come il bar) dovuta allo schiacciamento dell’attacco a terra di una cerniera di una delle travi che compongono lo “scheletro” principale della struttura. Un impianto che, a dispetto di numerose problematiche dovute alla sua vetustà, resta un polo di attrazione formidabile per gli sportivi oltre che un luogo lavorativo per molte persone. Pista e piscina sono frequentate annualmente da 100mila persone (98.750 quelle contate ufficialmente agli ingressi), con sette società coinvolte e circa 60 lavoratori tra professionisti, istruttori e volontari a vario titolo.
Numeri che spiegano bene quale può essere l’impatto di una chiusura prolungata del PalAlbani, che è di proprietà comunale ma che da qualche stagione è gestito dalla Varese Killer Bees del presidente Matteo Cesarini. Ed è proprio quest’ultimo a ricordare che il suo club ha da tempo avvisato gli uffici di Palazzo Estense delle problematiche relative alle difficoltà strutturali dello stadio ghiacciato varesino.
«I problemi relativi alla trave “incriminata” non sono una novità e soprattutto non dipendono dalla nevicata di settimana scorsa, ci mancherebbe – spiega Cesarini a VareseNews – Nel dicembre 2015 intervenimmo, anche grazie al lavoro del professionista che collabora con noi, con una soluzione temporanea che permettesse di evitare problemi nell’immediato. Ora però sono passati più di tre anni e la situazione è peggiorata, come prevedibile. Però è bene sottolineare che da parte nostra siano state inviate più lettere raccomandate all’ufficio tecnico per richiedere una soluzione; abbiamo anche proposto di sistemare il pezzo di tasca nostra ma il via libera non è mai arrivato. La soluzione proposta ha visto il suo iter burocratico in questi giorni, ma lo stato della trave nel frattempo è tale per cui va fatta una modifica rispetto al progetto approvato».
Ora però è necessario accelerare al massimo i tempi, perché la chiusura pesa come un macigno sull’attività delle società sportive del ghiaccio (oltre ai Mastini e ai Killer Bees ci sono la Varese Ghiaccio, la PGV, la Ice Sport e la PolHa) ma anche sulle casse dei gestori e del bar, tra mancati introiti per gli ingressi e numero di potenziali clienti inferiore alle previsioni. «Serve trovare la giusta soluzione tecnica e poi andrà messa in opera la pratica. I tecnici delle varie parti si stanno parlando, ma ora è necessario fare in fretta, per il bene di tutti coloro che sono coinvolti».
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