Casa di cura La Quiete: scritta la parola fine

Ats Insubria ha revocato ufficialmente l'autorizzazione e l'accreditamento della società che, fino al maggio 2017, aveva gestito lo storico centro diagnostico varesino

La Quiete chiude: i lavoratori lasciano la casa di cura

La Quiete: scritta la parola “fine”. A distanza di quasi due anni dalla cessata attività medico assistenziale da parte della storica casa di cura varesina, Ats Insubria ha deciso di revocare l’autorizzazione e l’accreditamento che erano stati concessi da Regione Lombardia per poter svolgere l’attività di assistenza.

La vicenda, definita il 30 maggio del 2017, in verità ha avuto alcuni strascichi che hanno impedito di fatto, per tutto questo tempo, di definire burocraticamente la situazione. La vicenda era stata sollevata più volte da parte, soprattutto, dai gestori di attività convenzionata che rivendicavano la quota di prestazioni contrattualizzate, circa 385.000 euro nel 2018; rimaste nel bilancio della stessa Regione. Quella quota, concretamente sostenuta dagli ambulatori del territorio, è stata poi riassegnata in base a criteri definiti dalla Regione stessa.

La lentezza burocratica definita solo nel mese di febbraio, ha però avuto delle tappe ben definite che, ogni volta, hanno fermato le procedure di revoca:

«Con nota del 28 luglio 2017 – si legge nel riepilogo di ATS Insubria –   veniva richiesto parere preventivo, da parte di “La Quiete Centro Diagnostico Srl”, relativo alla realizzazione di nuova struttura sanitaria in Varese – Via Dalmazia n. 20, cui seguivano ulteriori e successive integrazioni, rispettivamente del 25 settembre 2017, del 6 ottobre 2017, del 20 ottobre 2017 che avevano portato, il 6 novembre 2017 a rilasciare, da parte dell’UOS Autorizzazione e Accreditamento Sanitario, un parere preventivo. La vicenda, poi, torna a rivitalizzarsi il 27 febbraio 2018 quando perveniva dalla Società interessata una nuova ipotesi di trasferimento del Poliambulatorio sempre inVia Dalmazia, 30.

La società  è stata chiamata, a causa della persistente carenza di documentazione a supporto della richiesta di parere preventivo presentata, a integrare con documentazione la domanda sia il 29 marzo 2018, sia il 23 aprile 2018 e poi ancora il 6 luglio 2018, il 13 luglio 2018, il 1° agosto 2018 , il 2 agosto 2018, l’8 agosto 2018 fino ad arrivare, il 30 agosto 2018 a una nuova sollecitazione da parte dell’UOS “Autorizzazione e Accreditamento Sanitario” :

«il programma degli interventi tecnici necessari al fine di rendere operativa la nuova sede dovrà concludersi entro e non oltre 120 giorni dal ricevimento del presente parere preventivo, onde non incorrere nella definitiva revoca dell’accreditamento sospeso».

Lo scorso 17 dicembre, la società interessata presenta una nuova richiesta:

“nonostante la suddetta proroga e sospensione non è stato possibile procedere con il progetto presentato; che la scrivente ha reperito altri locali siti in Varese alla via San Michele Arcangelo, per il trasferimento della struttura ambulatoriale; che i detti locali necessitano di adeguamenti per il rispetto della normativa vigente in materia; che al fine di procedere al detto adeguamento, la scrivente sta redigendo i relativi progetti e cronoprogramma. Stante quanto sopra premesso, stante l’imminente scadenza dei termini per la sospensione dell’accreditamento, vista la necessità di procedere al detto adeguamento, in considerazione dei tempi necessari alla conclusione del trasferimento, la scrivente chiede a codesta spett.le ASP di volere concedere proroga della sospensione dell’accreditamento fino a tutto il mese di dicembre 2019”.

davanti all’ennesima richiesta di proroga, però, Ats Insubria ha deciso di tirare le somme:

« evidenziato che l’attività è ormai sospesa dal maggio 2017, non garantendo, a favore della popolazione, la continuità delle prestazioni a contratto, secondo l’assetto organizzativo funzionale della Struttura Ambulatoriale in argomento a carattere multidisciplinare (specialistica ambulatoriale, attività di diagnostica per immagini, servizio di medicina di laboratorio); – tenuto conto che la richiesta pervenuta in data 17 dicembre 2018 dalla Società interessata chiede di dilazionare oltremodo i tempi (31.12.2019) di realizzazione e di operatività dell’ennesima sede individuata, non potendo garantire, peraltro, certezza della conclusione positiva del procedimento di autorizzazione all’esercizio e accreditamento di nuova struttura sanitaria e dell’assolvimento di tutti i requisiti previsti dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia; – non sussistono i presupposti di fatto e di diritto per un’ulteriore proroga oltre i termini già concessi del 31/12/2018 e che è stato disatteso il cronoprogramma previsto che, come indicato, fissava i termini massimi entro i quali concludere gli interventi tecnici e organizzativi necessari, con conseguente definitiva revoca dell’accreditamento sospeso, come previsto dall’art. 27 quinquies, comma 9, della L.R. n. 33/2009 e s.m.i., e, pertanto, alla luce di quanto sopra esposto, accertata l’indisponibilità dell’immobile, che fa venire meno il possesso dei requisiti minimi strutturali e tecnologici previsti dal DPR 14.01.1997, dalla DGR 38133/1998, dal DDGS 26436/2001 e dalla L.R. 33/2009 e s.m.i., si ritiene sussistano i necessari presupposti per procedere alla revoca dell’autorizzazione e dell’accreditamento a suo tempo concessi alla Struttura Sanitaria Ambulatoriale “La Quiete Centro Diagnostico s.r.l.”, accreditata e a contratto con il Sistema Socio Sanitario Lombardo».

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Pubblicato il 13 Marzo 2019
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