Oltre 250 mila euro i danni da selvatici: a Rolfi il memorandum di Coldiretti

Un problema anche di sicurezza: nel 2018 oltre 150 incidenti stradali con feriti anche gravi. Coldiretti Varese consegna alla Regione il documento che evidenzia gli interventi più urgenti

Avarie

Oltre 250.000 euro di danni nei campi, molti dei quali non vengono nemmeno più segnalati dagli imprenditori agricoli, amareggiati e delusi. Ma quello della fauna selvatica è un problema grave anche sotto il profilo della sicurezza, dato che oltre 150 sono stati gli incidenti stradali nel 2018, taluni anche con feriti gravi.

Sono i numeri stimati da Coldiretti Varese che emergono dal memorandum che l’organizzazione agricola ha consegnato oggi pomeriggio all’assessore lombardo all’agricoltura Fabio Rolfi, presente in città per un incontro negli uffici dell’Utr. Tema centrale, la fauna selvatica che continua a minacciare il territorio, con una particolare recrudescenza registrata anche nell’anno appena trascorso.

«All’assessore Rolfi abbiamo fatto presente la situazione critica che vivono le nostre imprese sul territorio prealpino – dice il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori – Le invasioni dei cinghiali e degli altri selvatici si susseguono per tutto il corso dell’anno, con danni di ampie proporzioni per l’agricoltura. Apprezziamo il lavoro svolto dalla Regione Lombardia con l’approvazione di due importanti provvedimenti: la delibera di giugno 2018 che consente ai proprietari/conduttori di fondi, muniti delle necessarie autorizzazioni, di intervenire nel controllo dei selvatici e quella dello scorso dicembre che concede la possibilità agli uffici territoriali di autorizzare la caccia di selezione al cinghiale, a partire dalle aree non idonee, anche in deroga a periodi e orari stabiliti per legge. Ora è necessario un impegno concreto e corale per la modifica della legge nazionale 157/1992, che va aggiornata per rispondere alle problematiche attuali e al contesto emergenziale in essere. Servono azioni mirate e concordate che permettano di ricondurre la popolazione dei selvatici a numeri sostenibili per i territori, per i cittadini e per i comparti produttivi interessati, agricoltura in primis. Coldiretti Varese assicura la massima disponibilità a collaborare, ma va anche detto che le imprese sono comprensibilmente esasperate».

Nell’ottica di individuare una strategia risolutiva per il territorio, Coldiretti Varese ha evidenziato alcuni elementi che vanno tenuti in considerazione: dall’attuazione di interventi straordinari di prelievo alla revisione dei piani faunistico-venatori di concerto con le associazioni di categoria e gli organismi preposti. Ciò con particolare riferimento alle quote di esemplari, partendo dalla effettiva consistenza delle popolazioni di selvatici e in relazione ad oggettivi criteri di sostenibilità dei territori.

«Inoltre – sottolinea Coldiretti Varese – è necessario coinvolgere gli Enti parco e dei gestori delle aree naturali degli Enti locali nella determinazione coordinata dei piani di contenimento; è altrettanto necessaria una semplificazione nei confronti delle imprese per la gestione dei risarcimenti dei danni e una revisione urgente della norma che ricomprenda tali risarcimenti negli aiuti di Stato (tema del “de minimis”). Inoltre ènecessario prevedere figure opportunamente formate e preparate in affiancamento agli operatori della polizia provinciale affinchè l’attività di contenimento sia più efficace ed efficiente. Sarebbe altrettanto utile chiedere a livello nazionale maggiore autonomia gestionale in capo alla Regione per governare e gestire particolari situazioni di emergenza».

Sul fronte della sicurezza, è necessario «aumentare i controlli su strade e autostrade in aree montane e pedemontane per quanto attiene le recinzioni che devono essere adeguate per confinare qualsiasi azione della fauna selvatica. Va infine ricordato che il problema della fauna selvatica non riguarda solo i cinghiali. E’ quindi utile prevedere azioni di contenimento, monitoraggio e risarcimento anche per altre specie che stanno diventando sempre più preoccupanti, quali ad esempio il capriolo, il cervo e il coniglio selvatico, dannosi per le colture e pericolosi per la viabilità».

«La priorità per le imprese agricole è la soluzione, concreta, del problema – conclude Fiori – Da parte dell’assessore Rolfi è positivo aver condiviso la necessità di modificare il regime “de minimis” a livello nazionale: gli agricoltori devono essere risarciti integralmente per i danni subiti dalla fauna selvatica e non solo per il 30%.  Il perdurare del problema potrebbe causare l’abbandono di interi territori e mettere a rischio quella stabilità idrogeologica che, soprattutto nelle aree montane, è di fatto garantita dalla presenza delle imprese agricole. Per questo è necessario agire in fretta. Riteniamo che l’incontro con l’assessore sia stato un buon punto di partenza: da parte nostra c’è l’impegno a monitorare la situazione e a farci, come sempre, portavoce delle segnalazioni e delle istanze delle nostre imprese. Ma, lo dico ancora una volta, è importante fare presto e agire con decisione».

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Pubblicato il 21 Giugno 2019
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