Pronto soccorso in difficoltà: ma per la Regione la rete non si tocca
L'assessore Gallera esclude cambiamenti sull'operatività dei diversi PS. Monti garantisce: "Quelli della Sette Laghi saranno tutti pienamente funzionanti"
« Non ci sarà alcuna chiusura notturna o stravolgimenti nei pronto soccorso dell’Asst Sette Laghi». Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia, mette la parola fine alle ipotesi di riorganizzazione lombarda della rete dell’emergenza urgenza.
La crisi dei PS lombardi, legata soprattutto alla mancanza di personale medico, non indurrà Regione Lombardia a prendere misure di contenimento dell’offerta: « Stiamo ridefinendo la rete – ha spiegato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera – Abbiamo indicato i “DEA” di secondo livello, ora individueranno i “DEA” di primo livello, i pronto soccorso e i punti di primo intervento. Abbiamo, però, già attuato la razionalizzazione del servizio. Non ci saranno chiusure notturne perchè l’attuale organizzazione risponde a ragioni di territorio o di necessità. Troveremo delle soluzioni ottimali per migliorare i percorsi di assistenza senza, però, applicare il D.M. 70. Tra i miglioramenti c’è, per esempio, l’ambulatorio dei codici bianchi che l’azienda varesina ha attivato nel suo pronto soccorso. I pazienti con patologie minori accedono direttamente a questo diverso servizio senza appesantire l’attività dei PS».
Il cammino per la riorganizzazione appare lungo e impervio: medici con la specializzazione non si trovano e in futuro se ne troveranno sempre meno a causa dell’estrema complessità legata sia al tipo di lavoro ad alto rischio sia per la molteplicità di contenziosi che si aprono. Già ora gli ospedali tentano di arginare le carenze di personale o incaricando cooperative esterne o reclutando medici di altri reparti.
Per allentare la pressione dovrà finalmente decollare la legge 23 approvata 4 anni fa e ancora non applicata: « È un percorso molto lungo ma comincia a dare i suoi frutti – spiega l’assessore Gallera – Il mese prossimo approveremo una delibera con cui attiveremo i PRESST e i POT. Si tratta di “letti di transizione” a complessità più contenuta che daranno risposte alternative al pronto soccorso e agli ospedali. Ci vorrà un maggior coinvolgimento dei medici di medicina generale per la presa in carico della cronicità. La riforma inizia a entrare a regime, il percorso è ancora lungo, ma cominciamo a vedere dei cambiamenti importanti».
I letti di transizione saranno dedicati ai casi meno complessi, per i quali l’ospedale, oggi, rimane l’unica risposta pur non essendo quella più appropriata. Dove saranno dislocati i PRESST e i POT è ancora tutto da decidere. Con la delibera di luglio, però, si farà un vero passo verso la riorganizzazione territoriale della sanità.
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