La scuola perde meno alunni ma l’abbandono è ancora elevato

In un anno si sono persi oltre 55.000 studenti. La fotografia del Miur evidenzia le criticità legate a fattori economici, sociali e culturali

professori

Degrado socio economico e culturale favoriscono l’abbandono scolastico. Il legame tra contesto e percorso formativo emerge anche nell’ultimo rapporto pubblicato dal Miur sull’abbandono scolastico.

Negli ultimi anni, la fuoriuscita degli alunni dal percorso dell’istruzione e formazione è andato diminuendo e il risultato si deve anche all’istituzione dell’Anagrafe studentesca che permette un monitoraggio più capillare dei comportamenti di ogni singolo studente.

La fotografia statistica, rilevata negli anni  scolastici 2016/2017 e 2017/2018, dimostra che siano soprattutto i ripetenti e gli stranieri a ritirarsi in modo abbastanza generalizzato su tutto il territorio nazionale.

La lettura dei dati distingue il ciclo primario, soprattutto il triennio delle medie, il passaggio tra cicli e il percorso delle superiori.

Ciclo primario

Dei circa 1.703.000 alunni, frequentanti all’inizio dell’anno scolastico 2016/2017 la scuola secondaria di I grado, 6.244 alunni hanno interrotto la frequenza scolastica nel corso dell’anno scolastico, ossia lo 0,37% dei frequentanti a settembre 2016. Gli alunni che, invece, hanno abbandonato tra un anno e l’altro sono stati 5.586 ( lo 0,32% del totale dei frequentanti a inizio anno scolastico). La percentuale di abbandono complessivo, per la scuola secondaria di I grado, è quindi pari allo 0,69%.

A rinunciare agli studi sono stati soprattutto i maschi ( 0,77% contro lo 0,59% delle femmine).  La maggiore propensione all’abbandono è riscontrata nelle aree più disagiate del paese:  mediamente il Mezzogiorno ha riportato una percentuale di abbandono complessivo dello 0,84% (con l’1,12% nelle Isole e lo 0,70% al Sud); le regioni centrali riportano una percentuale di abbandono complessivo pari allo 0,69%, il Nord Ovest in media dello 0,64% e il Nord Est una percentuale decisamente più contenuta, pari allo 0,47%. In Lombardia il tasso di dispersione è stato dello 0,6%.

Per cittadinanza degli alunni, è evidente come il fenomeno colpisca maggiormente i cittadini stranieri rispetto a quelli italiani (2,92%, contro lo 0,45%). Gli stranieri nati all’estero, con una percentuale di abbandono del 4,11%, sono in situazione di maggiore difficoltà rispetto agli stranieri di 2a generazione, indubbiamente più integrati, che hanno riportato una percentuale di abbandono complessivo dell’1,84%. Gli alunni stranieri nati in Italia rappresentano il 53,2% del numero complessivo di alunni con cittadinanza non italiana ( oltre i 16 anni abbandona il 41%).
Tra le nazionalità, i maggiori tassi di abbandono si hanno tra gli studenti della Costa d’Avorio (8,9%), quelli con cittadinanza bosniaca (7,2%), egiziana (7,1%) e bulgara (5,9%)

Dal punto di vista della regolarità nel percorso di studi, spicca la percentuale del 4,85% per coloro che sono in ritardo, a dimostrazione del fatto che la ripetenza può essere considerata un fattore che precede l’abbandono, mentre la percentuale tra gli alunni in regola è dello 0,29%.

La distribuzione per fasce di età mostra come l’abbandono sia più elevato per gli alunni che hanno età superiore a quella dell’obbligo scolastico, ossia superiore ai 16 anni. Nel dettaglio, ha abbandonato lo 0,4% degli alunni con età inferiore ai 14 anni, il 6,2% degli alunni con 14, 15 e 16 anni e il 41,4% degli alunni con età superiore ai 16 anni.

Il passaggio tra cicli scolastici

Gli alunni che hanno abbandonato il sistema nazionale di istruzione e formazione, nel passaggio tra il I e il II ciclo, sono stati complessivamente pari a 8.130 . Rispetto al contingente di alunni che hanno frequentano l’intero III anno di corso della scuola secondaria di I grado pari a 559.312, quelli che hanno abbandonato sono l’1,45%.

L’abbandono complessivo per gli alunni maschi è stato dell’1,61% e quello delle femmine dell’1,27%

La lettura geografica dei dati, racconta che il tasso maggiori si è registrato nelle regioni insulari  (1,75%) mentre nel Nord Est è stato dell’1,47%. Le regioni del Nord Ovest e quelle del Sud entrambe hanno registrato un tasso dell’1,44%. In Lombardia la dispersione ha coinvolto l’1,4% della popolazione interessata.

Anche nel passaggio tra cicli, il fenomeno della dispersione scolastica colpisce maggiormente i cittadini stranieri rispetto a quelli italiani. I tassi di abbandono complessivo più elevati, superiori al 10%, sono riportati dai frequentanti con cittadinanza egiziana, serba, salvadoregna e bosniaca.
Il rapporto italiani/stranieri si inverte solo tra gli alunni al di sopra dei 18 anni.

Analizzando nel suo insieme la scuola secondaria di I grado e il passaggio al ciclo successivo, dei frequentanti la scuola secondaria di I grado a inizio anno scolastico 2016/2017, pari a 1.703.012 alunni, l’1,17% ossia 19.960 alunni ha abbandonato il percorso scolastico e formativo (11.830, pari allo 0,69%, nella scuola secondaria di I grado e 8.130 alunni, con lo 0,48%, nel passaggio alla scuola secondaria di II grado).

La scuola secondaria di II grado

L’abbandono complessivo nella scuola secondaria di II grado è stata pari al 3,81%, dato dal rapporto tra l’insieme di alunni che hanno abbandonato nel corso dell’a.s. 2016/2017 (35.491 alunni) e tra l’a.s. 2016/2017 e l’a.s. 2017/2018 con il contingente di alunni frequentanti a settembre 2016 (2.601.694 alunni). L’abbandono è stato più frequente tra la componente maschile (4,6%) mentre tra le ragazze è stato del 3%.

la fuoriuscita è stata molto elevata nel primo anno di corso, pari al 6,2% (1,8% nel corso dell’a.s. 2016/2017 e 4,4% nel passaggio all’a.s. 2017/2018); per gli anni di corso successivi è stata più contenuta, attestandosi per il II anno al 3,9%, per il III al 3,7% e per il IV anno di corso al 3,6%.  Al V anno di corso appena lo 0,9% degli alunni ha abbandonato gli studi nel corso dell’a.s. 2016/2017. Da sottolineare che una quota parte degli alunni che escono dal sistema scolastico, in particolare durante o al termine del I anno di corso, passano alla formazione professionale e non rientrano nella dispersione.

Anche per la scuola secondaria di II grado le regioni del Meridione hanno riportato mediamente la percentuale di abbandono complessivo più elevata, pari al 4,7% per le regioni insulari e al 3,9% per quelle del Sud. Il Nord Ovest presenta una percentuale di abbandono del 3,8%, le regioni dell’Italia centrale in media del 3,5% e quelle del Nord Est del 3,3%.  In Lombardia il tasso di abbandono è del 3,7%.

Si conferma la maggior quota di abbandoni tra gli stranieri rispetto ai ragazzi italiani e tra quelli arrivati rispetto agli stranieri di seconda generazione.

Gli alunni maggiormente interessati dal fenomeno della dispersione sono quelli in ritardo scolastico, per i quali l’abbandono complessivo è pari al 13,7% contro l’1% degli alunni in regola. La distribuzione per fasce di età mostra un tasso molto elevato per gli alunni con età superiore ai 18 anni che hanno riportato mediamente una percentuale di abbandono complessivo pari al 10,9%. Per gli alunni fino a 16 anni di età il tasso è del 2,9% e per gli alunni con 17 e 18 anni del 4%.

Tra gli alunni stranieri frequentanti la scuola secondaria di II grado, presentano i tassi più elevati gli alunni con cittadinanza bengalese, pachistana e cinese, che hanno riportato rispettivamente tassi del 18,7%, 16,9% e 16,3%

Il tasso di ritiro più contenuto si è registrato nei licei che hanno presentato mediamente una percentuale di abbandono complessiva dell’1,8%. Per gli istituti tecnici la percentuale è stata del 4,3% e per gli istituti professionali del 7,7%. Più elevata è la percentuale nei percorsi IeFP (realizzati in regime di sussidiarietà presso le scuole), che si attesta al 9%.
Comparando i risultati tra i diversi licei,  il tasso di abbandono maggiore è in quelli artistici (4%) a seguire scienze umane 2,7 e musicale 2,1. Il tasso minore al classico 0,9% e allo scientifico tradizionale 1,2%.
Tra gli istituti tecnici è quello economico il più abbandonato con  il 4,7% mentre quello tecnologico ha il 4% di fuoriuscita. Nel professionale è quello legato all’industria e artigianato con il 9,7% mentre nei servizi è del 7,2%.

Curva storica

Concludendo, tra gli anni scolastici 2016/2017 e 2017/2018 ha abbandonato:  l’1,17% degli alunni frequentanti la scuola secondaria di I grado a inizio anno scolastico e il 3,82% degli alunni frequentanti la scuola secondaria di II grado a inizio anno scolastico.
Tracciando una serie storica appare chiaramente come la dispersione scolastica, nel corso degli ultimi anni, abbia avuto una dinamica decrescente. Certamente tale diminuzione è dovuta, in parte, anche ad una maggiore completezza e consistenza dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti come strumento di gestione e controllo della frequenza scolastica degli alunni.

I fattori che influiscono sulla dispersione scolastica

Il fenomeno della dispersione è molto complesso e articolato ed è strettamente interconnesso con altri fattori di carattere sociale ed economico. La prematura uscita dal sistema scolastico e formativo degli alunni è legata, e ampiamente influenzata, dal contesto sociale in cui essi vivono, nelle molteplici dimensioni che lo caratterizzano. In particolare i fattori che influiscono sulla dispersione scolastica sono rintracciabili, principalmente, nella povertà economica e culturale dei territori di appartenenza e delle famiglie di origine.

Per la scuola secondaria di I grado è interessante notare come le variabili considerate presentino tutte una correlazione significativa con il tasso di abbandono scolastico : più sono elevati il livello culturale e il grado di istruzione più è contenuto il tasso di dispersione.
Quanto alle variabili di benessere economico, è evidente come nelle aree con un reddito disponibile pro–capite più elevato il tasso di abbandono sia più basso; inoltre, laddove vi sono maggiori disuguaglianze nel reddito e un più elevato rischio di povertà e di deprivazione materiale, il tasso di dispersione è più elevato. Relativamente alle variabili occupazionali, l’osservazione delle correlazioni mostra come vi sia un legame inverso tra dispersione scolastica e partecipazione al lavoro: più è elevato il tasso di occupazione nel contesto sociale in cui vivono gli alunni e più è basso il tasso di abbandono; analogamente, più è elevata la mancata partecipazione al lavoro è più il tasso di abbandono è alto;

Anche per la scuola secondaria di II grado, si riscontra una correlazione inversa piuttosto significativa tra tasso di abbandono e grado di istruzione. E’ inoltre evidente come laddove vi siano maggiori disuguaglianze nel reddito, un più elevato rischio di povertà e di deprivazione materiale il tasso di dispersione risulta alto. Per quel che riguarda le variabili occupazionali, è evidente il legame inverso tra dispersione scolastica e partecipazione al lavoro a dimostrazione del fatto che la scarsa occupazione e l’esclusione sociale possano avere impatti negativi anche sulla partecipazione dei ragazzi ai percorsi di istruzione e di formazione.

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Pubblicato il 18 Luglio 2019
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